Gigi De Canio, noto allenatore, è intervenuto a Vikonos Web Radio/Tv ed ha parlato della sfida tra Napoli e Milan soffermandosi sull'arbitraggio che ha condizionato le partite.
interviste
De Canio: “Napoli-Milan condizionata dall’arbitro dell’andata, vi spiego”
De Canio analizza Napoli-Milan
—Le parole di De Canio: “Credo sia giusto provare amarezza per l’eliminazione, però ogni evento va analizzato con serenità e serietà e fare valutazioni complessive. A mio parere il Napoli è stato sfortunato ad arrivare nel momento più importante della stagione, in una condizione psicofisica non ottimale, e questo aspetto ha fatto la differenza nelle due partite, poi gli episodi hanno aiutato ad evidenziare questo momento negativo. Mi riferisco all’arbitraggio di Kovacs, a Milano, che ha condizionato la partita di ritorno, perché Anguissa e Kim sono stati ingiustamente squalificati. Resta l’amarezza ma la consapevolezza che questo percorso intrapreso è virtuoso. Il Napoli ha preso gol in fotocopia perché non si è mai snaturato, giocando il suo calcio che l’ha portato ai risultati che hanno inorgoglito tutti. non ha mai deviato dal percorso che si fa per diventare una grande squadra, il Milan per ritrovare identità si è snaturato, spesso giocando come una provinciale. Questo spiega perché il Milan vince con il Napoli e non lo fa con l’Empoli, perché non può giocare sull’avversario.
Quando poi non hai una storia così importante come Real o altre, gestire situazioni solo con l’entusiasmo non è sufficiente. Poi magari Kvara fa gol su rigore e Osimhen segna all’ultimo minuto, il Napoli va ai supplementari e parliamo d’altro, dell’orgoglio, della capacità di soffrire eccetera. Il rigore sbagliato è un episodio, non si può essere orgogliosi di Kvara solo se fa il fenomeno, un figlio non è bello solo se prende 10 a scuola. Anzi, è proprio quando è in difficoltà che merita tutto il sostegno possibile. Tra poche giornate, comunque, il Napoli vincerà il suo terzo scudetto, i primi due fanno parte di una storia diversa, il Napoli è rinato dalle proprie ceneri. Ecco, se vogliamo questo scudetto è forse più esaltante degli altri due, in questa squadra non c’è il più grande di tutti i tempi, Maradona, non ci sono fuoriclasse come Giordano, Bagni, Careca ed altri grandi giocatori, ma c’è un gruppo coeso di giovani calciatori, un grande allenatore, una società in crescita. Non è un accontentarsi – chiude De Canio – ma è anzi onorare questa squadra come merita”.
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