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interviste
“Duttilità tattica controproducente? È dall’inizio del suo mandato a Napoli che dico che Mazzarri non doveva discostarsi dalla filosofia di gioco del Napoli; non c’entra il 4-3-3 ma la filosofia di un calcio diversa da quello interpretato da Mazzarri nel suo primo periodo a Napoli. Quando, nella Supercoppa, è passato a tre e qualche risultato gli ha dato ragione, si è pensato che fosse una scelta giusta ma il modo in cui il Napoli aveva vinto mi diceva il contrario. Non dobbiamo - ha detto l’allenatore intervenendo nel corso di Marte Sport Live, in onda su Radio Marte - misurare le cose in base al risultato: il Napoli del primo Mazzarri era un Napoli a cui nessuno chiedeva nulla e il mister con la buona organizzazione data alla squadra e agli ottimi giocatori, si sono ottenuti ottimi risultati. Ora però il Napoli è diverso, ha svoltato in termini anche di qualità di calciatori e tecnico-tattici. Ha un respiro più internazionale, è squadra che gioca per vincere e deve farlo giocando. Con Spalletti c’è stata la sublimazione di questa filosofia in continua crescita. Attacco stellare con difesa mediocre, servirebbe un Napoli votato all’attacco? Kim e Rrahmani non erano difensori noti, ma hanno reso in modo stupefacente grazie all’organizzazione di gioco: pressing altissimo, marcature nella metà campo avversaria, preventive ben studiate, tutto funzionava bene perché organizzato nei minimi dettagli. Non è la sola assenza di Kim ad aver determinato questa debacle ma la mancanza di organizzazione di gioco che ha prodotto questa penuria di risultati e prestazioni.
Si è sottovalutato il lavoro di Spalletti, che è stato straordinario anche nel modo di motivare la squadra e catturare la fiducia dei giocatori. Zona Champions possibile? La classifica non glielo impedisce, naturalmente deve cambiare passo e l’allenatore dovrebbe seguire la vocazione offensiva della squadra, cercando di scegliere gli interpreti che sono nella migliore condizione. Se il Napoli ritrova la gioia di giocare, può essere competitivo con chiunque. Bisogna avere il coraggio di andare incontro alle esigenze dei calciatori e questi ultimi devono dare il massimo. Più spazio per i nuovi acquisti? Faccio fatica a dare una valutazione perché bisognerebbe stare dentro e capire i motivi per cui hanno poco spazio. Parlando in generale, nel momento in cui si è fatta la scelta di escludere Zielinski - scelta che non approvo dal punto di vista né tecnico né umano - e la si è fatta in ottica futura, allora bisognerebbe insistere su Lindstrom, che rappresenta il futuro del Napoli e deve prendere confidenza con il calcio italiano”.
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