Sui miglioramenti sotto la sua gestione: "Anche l'anno prima, quello del titolo di campione di Francia, ci aveva messo un po' di tempo per segnare il primo gol e fu criticato perché il club aveva investito molto su di lui. Ma anche su questo, David fa valere un atteggiamento esemplare. Non cede alla pressione o alle critiche, non cambia metodo di lavoro. Anzi lavora sempre molto. E alla fine torna a segnare tanto come sempre. Successe anche con me".
Sulle caratteristiche di David: "È un attaccante puro come ne ho visti pochi in carriera. Sa fare tutto, si sposta bene tra le linee, cerca la profondità ed è utile spalle alla porta. E ha una qualità innata: in area i palloni finiscono per arrivare da lui. Come capitava a Inzaghi: non era fortuna, ma talento. Mi fa pensare anche a Trezeguet per la freddezza".
Sul possibile approdo al Napoli: "La città è una sorta di Marsiglia alla decima potenza, ma il contesto non lo condiziona. Anzi gli piace la passione dei tifosi, ma lui bada all'essenziale. Come con gli allenatori. Non ha bisogno di grandi discorsi o di essere motivato, gli basta sapere di essere sostenuto. Di tutto il resto se ne occupa lui. Si tratta di un grande club, con molta passione intorno. E Jonathan anche se non parla molto, per decidere si affida molto anche al feeling".
Sulle differenze con Osimhen: "Forse Victor fa valere di più la potenza fisica nel duello con i difensori e nel gioco aereo. David però è più smaliziato senza che lo si noti troppo".
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