Per noi la parola gestione è sempre antipatica, la escludiamo dal nostro vocabolario. Si va in campo e si cerca di dare il meglio di noi stessi e tirare fuori il meglio dai ragazzi, giorno per giorno: che ci siano sei giorni di settimana libera o che ce ne siano tre. Non esiste un discorso di programmazione di gestione.
Facendo più o meno partite qualcosa cambia, perché la gara è l’allenamento migliore che esista. Quando noi ci alleniamo, infatti, cerchiamo sempre di lavorare sul modello partita. È ovvio che l’equilibrio ideale tra allenamento e partita dà il 100% della condizione. Bisogna trovare equilibri che siano sia di squadra che individuali, perché c’è un discorso personale di sopportazione di carichi di lavoro ed attitudini.
La ricerca di una performance sempre migliore è all’ordine del giorno. Siamo in continuo studio e ricerca di metodi innovativi per cercare di alzare le prestazioni. La cosa importante è cercare di alzarle senza andare a discapito delle prevenzioni: questo è l’equilibrio che dobbiamo trovare. Se guardiamo i km e gli sprint che fanno i calciatori rispetto ad anni fa c’è un incremento notevole. Questa ricerca quindi è uno dei punti a cui verrà data più attenzione».
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