Secondo lei i rapporti all’interno della società come stanno?
"È andato via un giocatore come Kvara per 75 milioni e non è sostituito. Si erano fatti dei nomi, ma nessuno è arrivato. L’organico presenta delle lacune, e Conte sta cercando di ristrutturare la squadra. Il mercato di gennaio ha inciso sul rapporto tra Conte e De Laurentiis, oltre che sui risultati di febbraio. I rumors emergono, per cui sì, il rapporto potrebbe essersi incrinato, ma non solo quello tra presidente e allenatore, bensì anche dell’effetto sul gruppo. Non aver dato un segnale forte alla squadra – un messaggio del tipo 'ci crediamo fortemente, avete fatto un lavoro straordinario e noi vi supportiamo' – ha un peso. L’arrivo di uno o più giocatori sarebbe stato un segnale di fiducia, di credere allo Scudetto, De Laurentiis stesso ha dimostrato di non crederci. Io, per esempio, non avrei preso Garnacho ma Biraghi. Ne ho parlato spesso: non sarà un fenomeno, ma avrebbe dato una mano concreta sulla fascia sinistra, dove il Napoli ha avuto criticità. Ovviamente, non parliamo di giocatori da 60-70 milioni con ingaggi da 10 milioni, perché quelli non sono alla portata. Ma profili intermedi, come Zalewski – che è finito all’Inter – sarebbero stati utili. Qualche altro innesto di livello andava fatto. Per quanto riguarda Conte, io non sono convinto che voglia già lasciare. Lo vedo attendista, sta valutando cosa succede a Napoli. È stato attratto dal progetto di ricostruzione, parla spesso di infrastrutture e di un centro sportivo. Per lui sarebbe stimolante portare il Napoli ancora più in alto, non solo dal punto di vista del campo, ma anche come organizzazione societaria e settore giovanile. Credo che questi mesi saranno decisivi. Il Napoli ha risorse e presto arriveranno anche i soldi della cessione di Osimhen. Se con quei 150 milioni, tra Osimhen e Kvara, De Laurentiis farà un altro step di crescita, allora Conte potrebbe restare. Ma molto dipenderà da come finirà la stagione".
Parlando di Conte e del suo futuro, non stiamo già aprendo la porta a un suo addio? Perché, sulla carta, ha ancora due anni di contratto dopo questa stagione…
"Vero, ma sappiamo che i contratti nel calcio contano fino a un certo punto. Se un allenatore vuole andare via, tenerlo controvoglia non ha senso. Non è che lo paghi per stare fermo. Noi non stiamo facendo ipotesi campate in aria, ma analizziamo certe dichiarazioni di Conte. Io spero che siano solo sensazioni momentanee, perché ritengo che a Napoli stia facendo un grande lavoro. Anche De Laurentiis lo sa: è un allenatore che fa crescere la squadra. Però Conte vive di obiettivi. La sua asticella deve sempre alzarsi. Se percepisce che la società si accontenta, allora perde stimoli. All’Inter è andato via proprio per questo: aveva vinto lo scudetto, ma ha capito che le difficoltà economiche non gli avrebbero permesso di puntare in alto. Il rapporto con la società deve essere chiaro. Gli obiettivi devono essere condivisi. Se il Napoli arriva secondo, Conte deve sentire che l’anno prossimo si punterà a vincere, con rinforzi adeguati. Non è questione di chiedere un nome specifico, ma di avere un progetto ambizioso e strutturato. Se il Napoli lo accompagnerà in questo percorso, lui resterà. Ma se vedrà ostacoli, allora potrebbe prendere altre strade. È un tecnico che non ha problemi a fermarsi quando non trova situazioni lavorative in linea con il suo pensiero calcistico. Però, se lo segui nel suo progetto, ti dà tanto, perché è un personaggio unico sotto questo aspetto".
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