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Conte: “Pronto a tornare. Odio festeggiare il 4° posto, voglio vincere! Sul mio futuro…”

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Il tecnico salentino torna a parlare
Giovanni Montuori

Antonio Conte, tecnico accostato anche al Napoli, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano inglese Telegraph in cui si è soffermato sul suo passato e sul suo futuro.

Conte si racconta tra passato e futuro

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"Non basta solo divertire: le mie squadre devono vincere. In ogni club in cui ho allenato portavo il Subbuteo, anche qualche volta per spiegare alcune situazioni tattiche ai miei giocatori. Ne ho sempre avuto uno a casa mia. In futuro potrei giocare con una linea difensiva alta a quattro, ma bisogna pressare molto, altrimenti il rischio è grosso. La gente pensa che il 3-5-2 sia un sistema difensivo, ma non è vero. Basta vedere quanti gol segnano le mie squadre in ogni stagione. Non dipende dal fatto che siano tre o quattro in difesa, dipende da come costruisci la squadra e costruisci l’attacco. Allo stesso tempo, non va bene essere troppo offensivi. E nemmeno troppa difesa. Bisogna rispettare le caratteristiche dei giocatori e adattarsi a loro. La mia esperienza mi dice che se vuoi vincere il campionato o alzare un trofeo, devi avere una squadra stabile. La scorsa stagione il Manchester City è stato il miglior esempio di squadra dotata di grande equilibrio, difensivamente e offensivamente.


I miei trofei a casa mi ricordano perché devi vincere. Quei trofei sono una grande, grande responsabilità perché restano lì a ricordarti che ‘guarda, devi vincere. Hai fatto questo e devi continuare a fare questo’. Se l’obiettivo finale è vincere il campionato e sollevare trofei, è importante offrire intrattenimento al pubblico. Ma essere solo una squadra divertente non basta se vuoi vincere. Lo so perché ho allenato le migliori squadre e loro chiedevano sempre di vincere. Per me adesso è impossibile lavorare per un solo team di intrattenimento perché l’aspettativa è sempre quella di dover vincere. Amo il mio passato, ma allo stesso tempo l’aspettativa che porti è sempre molto alta e se non vinci hai fallito. La migliore opzione possibile è intrattenere e vincere. E per essere celebrato, devo vincere. Altrimenti gli altri aspettano di festeggiare il mio fallimento. Questa è la verità.

Guardiola è il miglior allenatore del mondo. E poi quando puoi abbinare il miglior allenatore del mondo con un club che può sostenerti e può investire per portare giocatori importanti per migliorare la squadra ogni stagione perché vogliono rimanere in cima al mondo, allora è molto, molto difficile competere allo stesso livello. La mia storia dice che nei miei club sono sempre arrivato in una situazione difficile e con problemi. Costruisco sempre. Il quarto posto col Tottenham è uno dei momenti più difficili della mia vita, lo conservo nel cuore-. Per me festeggiare il quarto posto e un posto in Champions League è stato davvero strano. Alla fine della finale contro il Norwich ho chiamato il mio staff e ho detto ‘attenzione, non siate abituati a festeggiare un posto in Champions League’. Sono stato molto chiaro. Ho detto che abbiamo fatto il massimo. Dal nono al quarto posto, con tutti i problemi che abbiamo dovuto affrontare, è stato un miracolo. Ma non abbiamo festeggiato come se fosse un miracolo perché sono abituato a vincere.

Perdere Ventrone, Mihajlovic e Vialli in pochi mesi sicuramente è stato uno dei momenti più duri della mia vita. Gianluca Vialli, con lui ho avuto un rapporto importante. L'ho incontrato tre settimane prima che morisse per cenare con mia moglie e conservo quel momento nel mio cuore. E Gian Piero. E' stato davvero difficile affrontare questa situazione, anche la morte di Sinisa. Quando accade questo tipo di situazione, puoi avere pensieri orribili. Pensi a cosa può succedere a un'altra persona molto vicina a te, o se può succedere a te. È stato un momento davvero difficile, anche per i giocatori del Tottenham, quando è morto Gian Piero. Abbiamo provato a superarlo, ma ho sentito che anche i giocatori sentivano questa situazione orribile. Io sono onesto, odio le bugie. Questo a volte può aiutarmi o a volte può ferirmi. Ma preferisco restare in silenzio piuttosto che dire una bella bugia, anche nel rapporto con i miei giocatori. Durante la stagione può succedere che tu abbia bisogno di un dialogo onesto che può essere positivo o negativo. Lo so benissimo, anch'io sono stato giocatore e alcuni allenatori mi hanno detto belle bugie per tenermi calmo. Non voglio questo tipo di situazione. So molto bene che quando hai queste conversazioni oneste con i giocatori, nel primo momento possono essere un po' arrabbiati. Poi, per mia esperienza, il tempo aiuta il giocatore ad apprezzarti. Erano arrabbiati, ma poi apprezzano l’onestà.

Ho preso questo tempo per me, per la mia famiglia e per andare a trovare i miei genitori. Mio padre mi ha spinto a rientrare in fretta, ma è importante ricaricarsi, fisicamente e mentalmente. Adesso il mio unico problema è che ho troppa energia e sto dando fastidio a mia moglie. Onestamente, un giorno mi piacerebbe sollevare la Champions League da allenatore. Ma so che è molto difficile. La gente pensa che sia semplice, ma devi restare nel club giusto, un club che corrisponda alle tue ambizioni, un club pronto a fare l'ultimo passo per vincere la Champions League. Guarda il Manchester City. Sette anni, no? Vorrei regalare questa gioia a mio padre. Mi ha detto ‘voglio vederti sollevare la Champions League’. Non è semplice, ma tutti possono avere un sogno”.

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