Come penso di andare a lavorare sull'impatto dei calciatori con i momenti di difficoltà? Come ho detto ai ragazzi, dobbiamo diventare bravi nella gestione di questi momenti, magari anche con un po' di malizia. Il tutto va unito con l'atteggiamento: se sei timido e rischi di continuo, il gol te lo chiami. I ragazzi stanno dando tutto in un momento di emergenza, ma se vado ad analizzare alcune situazioni, noto che in trasferta dobbiamo imparare a esser bravi nella gestione delle situazioni, del carattere che mettiamo... In certi casi, viene fuori la persona più che il calciatore. L'aspetto psicologico è il più complicato su cui lavorare. Possiamo sicuramente crescere sotto l'aspetto del carisma e caratteriale: mi farebbe piacere aiutare i calciatori da questo punto di vista.
Le sette sconfitte in trasferta sono un campanello d'allarme? Ai miei calciatori gliel'ho dato anche quando abbiamo vinto. Nel momento in cui devi affrontare tante competizioni, ti preoccupi di costruire una rosa adeguata. Se poi, per motivi esterni, questa rosa viene ridotta, devi cercare di tenere botta. Purtroppo, qualcosa devi pagarla per forza. Detto questo, dobbiamo continuare su questa strada: non dobbiamo perdere le motivazioni perché non sarà un'annata semplice. L'importante è essere uniti e compatti, oltre che cercare di affrontare determinate situazioni, che non mi va di marcare, e migliorare. Inoltre, è importante che l'ambiente stia vicino a questa squadra. Sette sconfitte in trasferta significa che bisogna certamente lavorare: i 20 minuti concessi oggi all'Udinese o la trasferta di Lisbona lo dimostrano. Dobbiamo imparare a saper viaggiare anche quando abbiamo il vento contro".
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