Una vittoria significativa: rispondere sul campo alla cessione di Kvaratskhelia. Un’assenza che poteva lasciare strascichi importanti. Come giudica questa reazione?
"Perdere a metà stagione un talento come Kvaratskhelia poteva creare problemi enormi, sia al gruppo che alla piazza. Eppure, il Napoli ha continuato a ottenere risultati, senza alcuno scossone negativo. Questo dimostra quanto sia solida la mentalità trasmessa da Conte, e quanto il gruppo abbia assorbito il colpo senza perdere equilibrio."
Ieri, per la Juve, ennesimo pareggio stagionale in Champions. È un risultato accettabile in quel contesto, ma in campionato i pareggi stanno diventando troppi. Qual è la sua analisi?
"Alla Juve, quando scendi in campo, devi vincere. Se non vinci, c’è qualcosa che non va. Per cui, nemmeno in Champions può andare bene un pareggio. Una percentuale di vittorie sotto il 70% significa che ci sono problemi nei risultati in relazione alla tradizione del club. L’operato di Thiago Motta, al momento, non è in linea con il valore e la storia della Juventus. Thiago Motta non è bocciato, ma forse rimandato. Alla Juventus non basta vincere ogni tre anni; devi vincere qualcosa ogni anno. E se la società ha deciso di puntare su un progetto a medio-lungo termine, allora è necessario dargli il tempo per dimostrare il suo valore. Ad Allegri non veniva concesso di vincere ogni tre anni, si pretendeva di portare qualcosa a casa ogni stagione. Forse, con Motta, si è cambiata mentalità.”
Sabato ci sarà Napoli-Juventus. Chi vede favorito in questa sfida?
"Conoscendo Conte, avrà preparato la squadra per una battaglia. Il Napoli parte leggermente avvantaggiato per mentalità e continuità, ma sarà comunque una gara da conquistare. Se la Juve dovesse perdere, però, potrebbe subire ripercussioni più gravi, sia mentalmente che in classifica."
Sembrava tutto fatto per il passaggio di Danilo al Napoli. Crede che la Juve abbia fatto in modo di non lasciarlo andare a una diretta concorrente?
"Sì, è una scelta comprensibile. Danilo è un grande difensore, un leader di esperienza e spessore. Cederlo al Napoli, una squadra mentalmente pronta per lottare e vincere, avrebbe significato rafforzare una rivale diretta, ovviamente non per questa stagione, dove la Juve è ormai lontana dallo Scudetto, ma anche in prospettiva futura. Perdere un giocatore così importante indebolisce ulteriormente la Juve, complicando la situazione. Detto ciò, penso che nella vita un calciatore dovrebbe essere libero di scegliere dove andare, ma capisco le ragioni della società in questo caso."
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