Walter Sabatini ha parlato alle pagine de Il Mattino commentando l'intensa corsa scudetto tra Napoli e Inter che a due giornate dalla fine sono ad un solo punto di distanza. Inoltre ha applaudito il lavoro di Conte che ha superato ogni aspettativa in azzurro nonostante la sua fama. A seguire le sue parole.


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Sabatini: “Conte ha fatto un prodigio sportivo. Lautaro come Maradona per il Napoli”
Sabatini: "Conte ha fatto un prodigio sportivo. Lautaro come Maradona per il Napoli"
—Direttore, quanti ne ha vissuti di finali del genere?
«Tre o quattro in tutto. Tutti indimenticabili. Ma quest'anno la serie A è stata meravigliosa, per tutti gli obbiettivi, compresa la retrocessione che sarà un Armageddon domenica prossima. Abbiamo assistito e stiamo assistendo ad un grande calcio ed una grande stagione di serie A».
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180' alla bandiera che porta al tricolore. Chi sta messo meglio adesso tra azzurri e campioni d’Italia in carica?
«Due gare in apnea per entrambe: se pensi che arrivano all'ultima giornata praticamente a pari punti... io non ricordo che sia mai successo. Forse quando ero bambino, con l'Inter davanti e la Juve a giro di ruota. Quella era l'Inter di Helenio Herrera».
Quello era il Mago, oggi ci sono Conte e Inzaghi sulle panchine delle prime della classe.
«Conte non ha bisogno di un mio commento. Il Napoli ha già fatto un prodigio sportivo grazie a lui e come dice giustamente lui. La squadra è da tempo in testa e se solo si guarda a come era finita l'anno scorso i meriti aumentano. Se fossi un giocatore azzurro non sarei tranquillo certo, ma un obiettivo di credibilità e dignità lo hanno ampiamente centrato. Certo, la dignità non fa curriculum...»
E Inzaghi?
«Un grandissimo allenatore: e mi sbalordisce che ci siano ancora interrogativi sul suo conto. Prima di approdare all'Inter ha fatto 5 anni di calcio importante alla Lazio e adesso è diventato un allenatore molto maturo e consapevole. Sa gestire il gruppo, sa sfruttare le qualità individuali nel contesto. Un ottimo gestore di spogliatoio e di gruppo. Riesce a tenere tutti motivati. E questa è una qualità importante».
Pensa che si decida domenica lo scudetto?
«Credo sia arriverà all'ultima giornata. Parma non sarà una passeggiata per il Napoli. E l'Inter dovrà vedersela con la Lazio...»
Chi rischia di più?
«L'Inter rischia di non vincerla. La Lazio se trova la giornata è difficile da battere. Saranno due partite da metterti sotto shock, sia se sei un tifoso sia un dirigente di queste squadre».
Come si prepara una settimana del genere?
«Sdrammatizzando e prendendo le cose con leggerezza ammesso che sia possibile. Ma per il Napoli sarà possibile. Hanno autostima sufficiente per questi due match».
Sarà una battaglia di nervi, con la testa sul campo e l'orecchio alla vecchia radiolina, o bisognerà isolarsi da tutto e da tutti?
«Dipende chi sei. Se ci fossi io avrei gli occhi dentro il campo, anzi sarei in campo. Il calcio è questo: un'emozione che non finisce mai. Comincia e non finisce. Hai paura prima, sei contento o disperato dopo. Prima fumi le sigarette della speranza e poi quelle della disperazione...».
O magari della gioia...
«Quella è la “celebrativa”. E io ho avuto la fortuna di fumarne parecchie».
Un leader del Napoli?
«McTominay al di sopra di ogni sospetto. Un grande lavoratore con un metraggio da 12 chilometri a partita. Ed ha il gol, gli inserimenti. È litigioso quanto basta. Poi ho un'idolatria per Politano che è diventato giocatore di grandissima concretezza, fa il quinto, l'ala, l'esterno, ha la soluzione del piede».
Stessa cosa sponda Inter?
«Lautaro è IL totem. Non esiste una squadra che vince senza un campione o un eroe. Ogni formazione ha avuto l'eroe in campo quando ha vinto. Rivera nel Milan, Platinì nella Juve, Maradona nel Napoli. Oggi c'è Lautaro nell'Inter».
Non le chiedo chi lo vince, ma chi lo merita di più?
«Non risponderò mai a questa domanda».
Conte andrà via o resta?
«Non lo so. Se vince forse va via e sarebbe un vero peccato per Napoli. Ma è dura andarsene da questa città. Perché l'amore e l'affetto che trovi a Napoli non lo trovi facilmente altrove».
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