Il discorso di Bologna ha lasciato tracce e segni. «Lo conoscete: ci sono momenti in cui genera tensione e usa certe metafore per ottenere una reazione. È parte del suo metodo. Ha bisogno di quella benzina. E nelle squadre c’è chi ha bisogno di carezze e chi di durezza»
Psicologia inversa? «Tecnicamente, sì: quante volte proviamo a entrare nella testa di qualcuno dicendo cose opposte. Sono strumenti di lavoro».
Una situazione inimmaginabile pochi mesi fa. «Le squadre sono organismi viventi e non sono mai uguali. Si muovono lentamente come ghiacciai. Ogni anno è diverso anche se il corpo è uguale. Ma sia chiaro: non c’è alcuna simmetria con il dopo Spalletti, il Napoli è a meno due dalla vetta e il campionato è molto aperto. Guai a buttare tutto a mare. Ma Antonio non lo permetterà».
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