Mourinho? Sicuramente c'è il piacere di affrontare il Benfica e di affrontare Josè, stiam parlando di un allenatore vincente: un grandissimo allenatore, c è poco da dire per quel che gli riguarda".
Quanto ti sta piacendo il Napoli delle ultime settimane, dopo essere arrivati quasi al punto di rottura?
"Dipende sempre dai punti di vista e da ciò che passa all'esterno, perché punti di rottura non ci sono mai stati. C'è un percorso da fare e ci sono a volte delle situazioni dove bisogna ridisegnare un attimo la rotta e seguirla. Ma a me il Napoli piace e piacerà sempre, perché ne sono l'allenatore e ciò che porta il Napoli in campo mi può rendere più o meno orgoglioso, però è una mia creatura e andiamo di pari passo con club e calciatori, cercando di ottenere sempre il massimo. Ai ragazzi dico sempre che dobbiamo uscire a testa alta senza dire "peccato" a fine gara, dando tutto in ogni partita. Il Napoli è sempre mio, sia nella buona che nella cattiva sorte. Ma è giusto che sia così, perché soprattutto nei momenti poco felici lo sento ancor di più mio. Perché poi quando le cose vanno bene è giusto dare merito ai ragazzi che stan crescendo. Ora è più di un anno e mezzo che stiamo insieme.
Come sta Lukaku, quando torna?Sui calciatori infortunati non forzo mai la mano e lascio libero arbitrio, lui sa benissimo che quando si sentirà pronto per tornare in gruppo, viene, bussa nel mio ufficio e si aggregherà con noi. Poi dovrà trovare la condizione. Sappiamo che è un giocatore importante, abbiamo tantissimi impegni e purtroppo quello che sta accadendo da inizio stagione non ci permette di sviluppare il piano che avevamo in mente.
Vincere la Champions?Penso che alla fine lo pensino tutti, chi fa questo mestiere. Poi c'è il sogno e la realtà dei fatti. Qui siamo? Qui siamo a Lisbona, punto".
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