In questa tre giorni di Champions comunque abbiamo avuto diversi spunti di riflessione. Le italiane, chi più chi meno, si sono comportate bene. L’Atalanta ha perso col Paris Saint-Germain, ma parliamo di livelli agli antipodi. Anche perché è finita l’era Gasperini e Juric sta proponendo un nuovo metodo di competitività.
“Sì, il nostro calcio è molto dispendioso. Ti fa sprecare tante energie. Anche quando una grande affronta una piccola deve sudare tantissimo per vincere. In altri campionati, invece, ho l’impressione che non ci sia tutta questa tensione. Forse l’inglese è molto competitivo, ma in altri casi vedi squadre dominanti. Da noi no: anche una squadra che lotta per la salvezza ti rende la vita durissima. In generale, devo dire che questo primo turno non è andato male. Ci può stare qualche risultato negativo, ma non bisogna lasciarsi trascinare da giudizi affrettati. Serve equilibrio per avere un quadro corretto della situazione.”
Lunedì sera il Napoli è chiamato a “cannibalizzare” il Pisa per riprendere la via maestra, dopo una stagione che fino a ieri era stata perfetta. Secondo lei c’è bisogno di una reazione mentale o i valori tecnici del Napoli sono così superiori da non lasciare spazio a dubbi?
“Il Napoli è nettamente superiore, questo è innegabile. Però, come dicevamo prima, in Italia ogni partita va guadagnata. Non basta avere più qualità tecnica: devi correre, pressare, aggredire, mettere ritmo. Se non lo fai, rischi. Io ho visto il Pisa: è una squadra organizzata, che sa come stare in campo. Certo, farà un campionato diverso dal Napoli, ma la partita va sudata. Oggi tutte le squadre sono preparate e gli allenatori studiano bene gli avversari. Quindi, se vuoi vincere, devi andare in campo con la perfezione. Non basta il singolo. Devi metterci contenuti, altrimenti rischi.”
José Mourinho si è presentato alla stampa come nuovo allenatore del Benfica. Le chiedo: secondo lei, cosa rimane del ‘vero’ Mourinho?
“Mourinho, al di là delle dichiarazioni che a volte sono provocazioni studiate, è un allenatore con un palmarès enorme. Ha vinto tanto: scudetti, coppe, competizioni europee. Alla fine rimangono i trofei, non le chiacchiere. È vero, lui stesso ha detto che negli ultimi cinque anni non è andato benissimo, ma ha comunque fatto due finali europee, vincendone una. È sempre lì, non è mai fuori dai giochi. Poi uno può dire che non gli piace lo stile, il modo di mettere la squadra in campo… ma quelli sono gusti. La realtà è che Mourinho vince. E sai, se un presidente deve scegliere tra un allenatore che gioca bene ma non porta a casa trofei e uno che magari fa un calcio meno spettacolare ma ti mette un titolo in bacheca ogni anno, sceglie il secondo. I successi portano prestigio, aumentano il valore della società e dei giocatori. Poi, ripeto, può piacere o no, ma Mourinho resta un vincente. Questo non glielo può togliere nessuno.”
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