Perché mi batto tanto sul tema del “fuoco amico”? Perché so che crea danni. I calciatori oggi leggono i social, i siti, i giornali: quindi sanno quello che viene scritto su di loro e sulla squadra. Di conseguenza i danni vengono prodotti perché arrivano a loro. Tutto ciò che minaccia la serenità dell’ambiente purtroppo incide sui calciatori. Il mio è un discorso generale, non faccio riferimenti a nessuno in modo specifico: ognuno di voi è in grado di giudicare e capire se ci sono tali casi ed episodi.
Come ha detto Antonio Conte, “se vogliamo, possiamo”. Una volta ha detto anche che dobbiamo essere tutti uniti per fare un miracolo. L’invito all’unità mi sembra doveroso e dobbiamo credere ad una sola cosa: vincere, vincere e vincere ancora. Poi si vedrà chi arriva per primo alla fine. Nel frattempo bisogna invertire la rotta e portarsi a casa questi tre punti fondamentali. Tutto quello che distrae lo trovo pericoloso, inutile e dannoso e quindi se ne assumerà la responsabilità chi intende perseguire questi scopi che francamente non vedo lungimiranti".
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