Il Napoli ha avuto l'occasione di prendersi qualche rivincita. Col Milan è accaduto, perso in campionato e in Supercoppa, demolito il Milan con un Hojlund in grandissimo spolvero, accompagnato da un ottimo Neres, da una squadra che ha lottato bene e fisicamente. Ha dimostrato di non essere affatto morta come molti soloni o cassandri avevano diagnosticato in maniera certa e definitiva. Oggi Conte ha detto chiaramente il suo manifesto che qualcuno definisce juventino, io invece lo definisco il DNA della vittoria. Conte ha portato a Napoli non solo la sua bravura di tecnico, ha portato quella che il Napoli non ha mai avuto nella sua storia, il DNA vincente, perché per avere il DNA vincente bisogna avere l'abitudine alla vittoria. Cosa che nella nostra povera, ma onesta storia di tifosi ben sappiamo che non è così. L'arrivo di Conte è stato anche acquistare al mercato la mentalità vincente, che si estrinseca in una frase: ‘Siamo contenti di essere andati in finale, per carità, abbiamo recuperato energie per l'amor di Dio, ma ricordatevi che poi alla fine si ricorda solo chi vince’. Lo disse per lo Scudetto: ‘Poi alla fine vince solo una’. Lo disse ai ragazzi nello spogliatoio che nel film Again è documentato. Lo ha ridetto oggi in conferenza. ‘Bando alle ciance, si ricorda solo chi vince. Alla fine della nostra carriera di calciatori e allenatori conta poi il palmarès, quello che si è vinto’. Io non è che sia d'accordissimo su questa tesi, perché per me rimane straordinario il percorso di Vinicio, rimane straordinario il percorso di Sarri, rimane straordinaria l'avventura di questi ragazzi meravigliosi rappresentati qui da Beppe Bruscolotti di quell'anno con Rudy Kroll dove sfiorarono il titolo. Non ci dimenticheremo mai dei nostri eroi, anche quelli non vincenti. Però è vero che alla fine il palmarès lo si misura sui successi.
E il Napoli deve avere la stessa fame, la stessa voglia del Bologna, che in campo ci mette il massimo. Perché guidata da un allenatore che ha voglia assolutamente di emergere e riesce a trasferire questo suo desiderio di diventare un grande allenatore. Ha costruito nella sua carriera venendo dal basso, dall’Arzignano in poi, passando per Trapani, per La Spezia, per Firenze e alla fine per Bologna. Sta dimostrando di aver bruciato le tappe, di essere un allenatore molto importante e pronto per un grande club. Conte ne ha rispetto, ne ha parlato benissimo, ha detto: ‘Questa è la mia annata più complessa, voi non lo volete capire quanto è difficile. Potessi ripetere e innestare una squadra a 9 uomini nuovi, che significa uno spogliatoio nuovo di zecca. Però siamo lì in tutte le competizioni e ce la vogliamo giocare su ogni tavolo di gioco’. E Conte è uno che se gioca a scopa con la moglie vuole vincere e io sono come lui, quindi signori miei stasera una e una sola opzione, la vittoria!”
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