Nel secondo tempo il povero Raspadori, che nel primo è stato vivace, ha cucito il gioco e ha tenuto la squadra legata, non ha più beccato palla. Non ha più vinto un duello, non è riuscito a far salire la squadra che è stata letteralmente assaltata dalle truppe bergamasche. Ha sbagliato tantissimo in uscita, a volte in maniera sanguinosa, errori a ripetizione come quello gravissimo di Zielinski. Il Napoli nella ripresa ha prodotto poco e niente. Resta il primo tempo che ci ha fatto ricordare un Napoli vincente passato, con principi di gioco che sembravano molto vicini all’epopea precedente Spallettiana. Di sicuro se questa vittoria l’avesse Garcia avremmo storto un po’ la bocca. Avevo detto, però, che la fiducia che avevo per questa partita deriva che anche con Garcia la squadra in trasferta aveva un rendimento da scudetto: un solo punto in meno dell’Inter.
In estate ero fiducioso. Ero ottimista sul fatto che questa squadra potesse aprire un ciclo, cosa di cui ancora sono convinto, perché anche se dovesse partire Osimhen arriverebbe una massa di soldi tali che questa squadra potrà dire cose importantissime per i prossimi 4-5 anni. Avevo questa fiducia, ma sapevo che la storia dice altro. Dopo il Grande Torino, nessuna squadra oltre a quelle abituati ai grandi successi: Inter, Milan e Juventus, ha vinto due scudetti di seguito. Nessuna squadra d’Europa, oltre alle grandi storiche, ha mai vinto un secondo campionato consecutivo. Vedete la Lazio? Con lo stesso allenatore e quasi la stessa squadra è franata. Lo stesso Spalletti aveva il sentore, che se fosse rimasto sarebbe stata difficile anche per lui al di là dei problemi ambientali e col presidente. Però delle cose buone si sono viste, al di là dell’infortunio di Olivera che non si opererà, forse tra un mese e mezzo lo rivedremo in campo. Questa è buona notizia nella cattiva notizia.
Ieri il Napoli di Mazzarri ha detto tre cose positive. La prima è che Mazzarri è stato chiamato a fare il restauratore. Può riportare il Napoli alla bellezza e alla efficacia di Spalletti, che aveva una squadra bella e organizzata e anche molto produttiva. La seconda è l’empatia. Questa squadra si è liberata di un peso, il ghiacciolo Garcia non ha saputo integrarsi nella realtà napoletana se non in negativo. L’empatia con Mazzarri si è vista con il bacio a Kvara, che mostra che questa squadra si è liberata di mente, che forse era il problema principale. Terza cosa sono i cambi, ora abbiamo un allenatore che sa fare i cambi nel momento opportuno ed inserendo gli uomini giusti".
Pur non volendo partecipare al panegirico generale sulla vittoria del Napoli a Bergamo, che mi sembra eccessivo, dico che qualcosa di buono lo abbiamo visto. Ora attendo non certo Madrid, ma la sfida con l’Inter al Maradona. È lì che deve esserci il cambio di passo, perché finora il Napoli è una squadra che non si ritrova mai tra le mura amiche. Auspichiamo che Mazzarri sappia riportarci ad una vittoria contro una grande al Maradona, cosa che non accade da tantissimo tempo”.
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