In Arabia Mazzarri ha scelto di lasciare il pallino che giocano di più e di fare il palleggio per quello che lui concepisce, come uno strumento difensivo. C’è un particolare però. Ha curato la fase difensiva, ha messo la squadra con uno schieramento a cinque, difende a quattro a centrocampo e lascia una sola punta davanti. Un 5-4-1 che ha prodotto una vittoria insperata, larga e pure meritata con la Fiorentina, che è andata a sbattere e non ha mai tirato in porta. La grande Inter uguale, è stata deludente. E’ passata solo al 91’ e con un uomo in più immeritato. E oggi la Lazio, tranne un paio di occasioni, ha prodotto zero. Ricordate una parata di Gollini? No. Da questo punto di vita a Mazzarri va fatto un plauso. Una squadra scombiccherata che prendeva tante palle gol, l’ha sistemata dietro. Però un attimo, il calcio ha due fasi: quella difensiva e quella offensiva. La fase offensiva di Mazzarri è non pervenuta. Si, ha fatto tre gol alla Fiorentina, che è una squadra che ha amnesie difensive croniche nel gioco di Italiano fin dallo Spezia. Ma con l’Inter ha fatto un tiro in porta. Quest’anno ha raggiunto l’apoteosi: in due partite all’Olimpico contro Roma e Lazio il Napoli non ha fatto un tiro in porta. Al punto posso dire che mi vanto, che con il mio peso e i miei anni se avessi giocato al posto di Rui Patricio e Provedel non avrei sfigurato. Non avrei toccato palla.
Questo punto è prezioso? No, è preziosissimo! Siamo bene contenti che il Napoli è sceso in campo per lo 0-0, l’ha portato a casa e l’obiettivo l’ha raggiunto. Ma se parliamo di una logica di breve periodo il discorso ci sta. Il Napoli, dopo averla battuta, è a -4 dall’Atalanta, che in questo momento preoccupa ed è rullo compressore. La squadra di Sarri senza Immobile e Zaccagni mancava dell’attacco, ma non ha approfittato delle tante assenze del Napoli. Tra i titolarissimi del Napoli mancavano Osimhen e Kvara, scusate è poco. Gli altri che mancavano non erano titolari, fondamentalmente al Napoli era senza attacco e senza Anguissa. Ma sono i principi di gioco, più che della disposizione in campo che lasciano perplessi. Il Napoli non ha proprio idea di come attaccare, non ci prova neanche. Il Napoli oggi ha paleggiato perché ha seguito le vecchie indicazioni di Nils Liedhom: il miglior modo per difendersi è tenere la palla, ‘se ce l’abbiamo noi, non ce l’hanno loro e non ci possono fare male’. Ottimo principio difensivo che il Napoli ha ben applicato.
Una cosa importante è che da Prondelli in poi le gambe funzionano. Il Napoli sta dimostrando che arriva al 90’ con le gambe a posto, questa è un’altra bella notizia. Oggi usciamo con delle belle notizie: il Napoli mentalmente c’è. Non è più allo sbando, è una squadra compatta, solida e difficile da affrontare, fa giocare male gli avversari. Ha preso un punto preziosissimo che la tiene in corsa, perché deve ancora recuperare la partita col Sassuolo che è in crisi profonda. E’ comunque un Napoli che è tornato ad avere un cuore e un’anima, quella che Mazzarri aveva saputo dare quando arrivò all’inizio e che quest’anno sembra non riuscire a fare. Da questo punto di vista va detto che la missione di Mazzarri sta progredendo. Perché dopo partite davvero penose, come contro quella da vorrei ma non posso con la Roma e quella terrificante col Torino, dove lo stesso Mazzarri ha chiesto scusa piuttosto che dare le dimissioni. Però dopo ha cambiato ed è tornato sé stesso.
Quindi ben venga il Mazzarri che fa sé stesso, a patto che quello che è accaduto oggi sia la fine di un ciclo d'emergenza e che il Napoli, anche se deve giocare con la difesa a tre/cinque, trovi delle soluzioni offensive. Perché il Napoli che non tira in porta è un Napoli che non ha futuro. Quindi che ben venga il punto, è importantissimo. In nome del bel calcio si fa un errore a pensare che sia un brutto punto. E’ un brutto punto, ma bellissimo. Forse il Napoli in questo momento di più non poteva chiedere, quindi se abbiamo un’onestà intellettuale oggi dobbiamo essere contenti ma non ci possiamo accontentare”.
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