“Non so se questa voglia essere una critica alla scelta di Rino o meno. Io penso che la Federazione abbia fatto una scelta di cuore e anche d’umore. La piazza oggi ha bisogno di senso di appartenenza: questo è ovvio. Si è visto che, a un certo punto, sono arrivati persino i fischi nei confronti della Nazionale, cosa che per noi è quasi un’eresia, vista la storia che abbiamo. Ci voleva una bandiera, un uomo di appartenenza. E io penso che Rino Gattuso sia proprio questo: un uomo che è difficile fischiare, per quello che ha fatto e per quello che desidera fare. È anche un uomo molto preparato, fiscale sul lavoro, un professionista serio, e quindi può far bene. Certo, se pensiamo a nomi altisonanti come Guardiola o Ancelotti, è chiaro che il confronto è difficile. Ma Gattuso è giovane, motivato e può crescere ancora. Bisogna essere razionali, credere in lui e dargli fiducia. Io gliela do, e spero che anche i tifosi italiani lo facciano. Mi auguro che possa ottenere quei risultati che ci portino finalmente al Mondiale che agogniamo da tempo.”
Spostando il focus sulla Serie A, e segnatamente sul Napoli: due anni fa Garcia e il preparatore Rongoni, per molto meno, furono accusati di utilizzare metodi di allenamento superati o inadeguati. Oggi, con tutti questi infortuni muscolari - la maggior parte dei quali in allenamento - ci si può interrogare sui metodi di Conte?
“Interrogarsi è legittimo, ed è giusto che lo facciamo. Tuttavia, parliamo di Conte, un grande allenatore, una persona che non lascia nulla al caso, nemmeno nel tipo di preparazione. Quando decide una metodologia, va dritto per la sua strada, assumendosi anche dei rischi. Durante un percorso possono esserci delle difficoltà e degli infortuni, ma i risultati si valutano alla fine. Se questi infortuni siano dovuti a un certo tipo di programma, a un logorio fisico o a delle specificità metodologiche, lo si potrebbe discutere a lungo, anche scientificamente. Ma ricordiamoci che Antonio e il suo staff rappresentano la massima serietà professionale. Quindi, penso che siano perfettamente consapevoli anche dei rischi connessi al loro approccio. È un rischio ponderato, come avviene in tutti i lavori e per tutti gli allenatori e, nel suo caso, i risultati sportivi gli danno ragione.”
Quali possono essere, più o meno, i tempi di recupero di Lobotka e Politano, che - secondo il comunicato stampa del Napoli - hanno entrambi subito una lesione distrattiva? Non si parla però di gradi: coscia destra per Lobotka, adduttore per completo, e gluteo per Politano.
“Senza conoscere il grado della lesione è difficile fare una valutazione precisa. Posso però ipotizzare che quella di Politano sia più lieve. A intuito, il problema all’adduttore, come quello di Lobotka, tende ad essere più rognoso rispetto a una lesione al gluteo, quindi credo che Politano possa recuperare prima. Ma, non avendo visto né le ecografie né le risonanze, si tratta solo di una valutazione indicativa.”
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