Kvaratskhelia ha dimostrato di poter fare ancora la differenza?
“La verità, al di là dei moduli, è che i calciatori devono crescere individualmente. Molti giocatori si sono fatti trovare mentalmente impreparati ad una stagione di nuove responsabilità, di conferma al successo. Kvaratskhelia ci dice che, più degli schemi e la tattica, vanno ritrovati i calciatori. Se i giocatori riacquisiscono fiducia e condizione, sarà più facile inserirli in un determinato contesto tattico”.
Ieri abbiamo visto una prova, ancora una volta, una prestazione in chiaroscuro di Cajuste, mentre Folorunsho ha saputo essere protagonista di una ottima prestazione. È l’esemplificazione di una gestione superficiale nel dopo scudetto?
“La grossa differenza tra un top club come la Juventus e il Napoli è la valorizzazione dei propri giovani. Capisco un organico di giocatori di qualità ed esperienza, ma devono poter esserci calciatori giovani. Il futuro deve essere la crescita e la valorizzazione dei propri talenti, e non solo le occasioni di mercato”.
Lindstrom è entrato da trequartista ed ha saputo disimpegnarsi ottimamente. Qual è il ruolo a lui più congeniale?
“Lindstrom non ha un ruolo definito, come Elmas. In campionati dove la tattica è meno esasperata, questi giocatori possono esaltarsi. Ieri, però, nella sofferenza di dover inseguire il risultato il Napoli potrebbe aver scoperto una nuova soluzione. La nuova capacità offensiva potrebbe essere rappresentata dai trequartisti, con un centrocampo un po’ più statico. Proprio sulla trequarti, il danese ha saputo esprimersi ottimamente”.
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