Prima, a ottobre 1990, il doping e la squalifica con Peruzzi per l’assunzione di uno stimolante, la fentermina, presente nel Lipopil, che si prendeva per perdere peso.
"Me ne assumo la responsabilità totale. Ero capocannoniere delcampionato, 5 gol in 4 partite, quando mi dissero del doping caddi dalle nuvole. Dalla Federazione mi rassicurarono: “Prenderai uno o due mesi di squalifica”, la quantità era irrisoria, zero virgola. Invece mi diedero un anno, una mazzata. Mi perquisirono, ci fu il processo penale. Il pm disse: “Abbiamo trovato a casa sua questo prodotto”. E il giudice:“Ah, quelle vitamine, le prendo anche io”. Fui assolto".
Nel 2002 l’arresto con l’accusa di detenzione e spaccio di cocaina.
"Una telefonata che non dovevo fare, un millantatore che mi accusò, la mia solita ingenuità. Ma figuriamoci se mi mettevo a spacciare droga. Un periodo tremendo: un mese ai domiciliari, anni di processi. Volevo liberarmi e chiesi di patteggiare al mio avvocato, Franco Coppi: “No, Andrea, non hai fatto niente, devi uscire innocente dal tribunale”. Aveva ragione, fui assolto. Devo ringraziare lui e la famiglia Pozzo, che mi ha voluto all’Udinese: la mia salvezza. È stato come rinascere, perché mi ero perso e avevo perso una moglie e i miei due figli".
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