Ecco, il tifoso “sano” spera che chi sta portando avanti l’indagine milanese riesca a fare il massimo della pulizia, perché è inaccettabile dover passare il tempo a parlare di crimini invece che di tattica, vittorie, sconfitte, pallone in generale. Ora, la domanda che interessa molti è: le società coinvolte hanno responsabilità di qualche genere? E i tesserati? In un mondo ideale – non quello del calcio italiano – è evidente che bisognerebbe dire no a qualunque genere di “trattativa” e, quindi, fa specie leggere alcuni passaggi dell’inchiesta.
Poi è giusto pretendere che qualcosa venga fatto “a monte” (leggi Stato) per estirpare un malessere comune, quello dei club – tutti i club - costretti a scendere a patti con faccendieri vari, per evitare problemi peggiori.
Nel recente passato Lazio (leggi Lotito) e Juventus (leggi Agnelli) hanno provato a risolvere il problema con azioni personali e certamente coraggiose. Ebbene, uno ha dovuto vivere con tanto di scorta personale, l’altro ha dovuto affrontare scomodissime ritorsioni innescate dai suoi stessi ultras.
Morale? L’operazione dell’altro giorno è benedetta perché – si spera - consentirà realmente di eliminare un malcostume diventato insopportabile, quello del calcio diventato “mezzo” per combinare porcherie".
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