Paolo Cannavaro si è raccontato sulle pagine della Gazzetta dello Sport, ricordando i momenti in azzurro e il paragone col celeberrimo fratello Fabio:

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Cannavaro: “Amo Napoli. Il paragone con Fabio pesava. Sull’addio con Benitez…”
Cannavaro: "I fischi contro il Torino mi fecero male, ero uno di loro"
—"Avevo offerte da squadre importanti, ma per me Napoli non ha eguali nel mondo. E quando siamo saliti in Serie A ho pianto come un bambino. I fischi durante la partita con il Torino mi hanno fatto male. Stavano attaccando uno di loro, un figlio della città. I paragoni con Fabio? È stato un macigno. Poi sa, stesso ruolo, tanti confronti. Per molti ero 'l’altro Cannavaro'. Ma me ne sono sempre fregato e ho imparato a conviverci. Sono cresciuto nel Napoli e fino agli Allievi non giocavo mai. Ma non ho mai avuto un piano B, volevo arrivare. Poi, quando ho avuto l’occasione di dimostrare il mio valore l’ho colta e da lì è partito tutto. Posso dire che ci hanno tolto un sogno. Noi siamo nati vicino allo stadio, cresciuti a pane e curva. Da napoletani sarebbe stato stupendo vestire la stessa maglia nella città che amiamo. Fabio sarebbe venuto anche gratis, peccato. Mazzarri è una persona vera e diretta. Era un martello. Bastava una partita negativa e ti convocava nel suo ufficio... Addio con Benitez? Ognuno fa le sue scelte. Lui scelse di smantellare la squadra precedente e rinnovare. Mi dispiace solo non aver avuto una chance per fargli cambiare idea, ma lui sa come la penso. Glielo dissi anche in faccia. Manchester City? Aprii al trasferimento solo perché avevo capito che con Benitez non avrei avuto spazio. Mi sarebbe piaciuto, ma saltò perché il Napoli chiese una cifra troppo alta. Nella lettera di addio che scrissi c'è tutto il Paolo napoletano. Spero che il messaggio sia arrivato".
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