“Sì ma, inevitabilmente, deve fare un salto di qualità. Il passaggio all’Inter sarebbe forte, ma sarebbe meglio andare in un club dove ha possibilità di trovare continuità”.
Francesco Camarda, dopo aver quasi bruciato un anno, pensa che possa fare bene al Lecce?
“Assolutamente sì. Ha bruciato un anno, come purtroppo accade a tanti nostri giovani. E non dipende dai ragazzi, ma da altri fattori. Per quanto riguarda Camarda, mi auguro davvero che possa andare a Lecce. È una delle pochissime società in Serie A dove, se lo prendono, lo fanno giocare dalla prima all’ultima giornata”.
In casa Napoli c’è ancora da risolvere il rebus Osimhen. Secondo lei, come finirà questa storia? Riuscirà ad andare in Arabia all’Al-Ahli, che offre cifre folli, oppure costringerà il Napoli ad accettare una cifra inferiore per trasferirsi in Europa, ad esempio al Galatasaray?
“Non escluderei la Premier League. Certo, i tempi in Inghilterra sono più lunghi, più lenti, ma una volta deciso, può concretizzarsi tutto in una settimana. Penso che Osimhen voglia misurarsi con una realtà importante come quella inglese. E, per quanto l’atteggiamento del giocatore o dell’agente possa dare fastidio, in fondo lo favorisce. Perché se rinunci a 20 milioni netti per andare a prenderne la metà o poco meno in Premier, significa che vuoi davvero competere ad alto livello. In ogni caso, a Napoli già guadagna tra i 10 e i 12 milioni, quindi non è che stia prendendo poco”.
Questo ci riporta anche al mercato italiano. Le cifre sono alte, forse anche fuori mercato. Le faccio un nome: Dan Ndoye del Bologna. Pare che i felsinei chiedano circa 45 milioni di euro. È una cifra congrua, secondo lei?
“È il discorso degli immobili: una casa vale quanto uno è disposto a pagarla. Puoi anche chiedere 10 milioni per una casa che ne vale uno, ma se trovi chi li paga, va bene. Detto ciò, mi sembra una valutazione esagerata. Parliamo di un giocatore che viene sì da un buon campionato di Serie A, ma pur sempre in un contesto come Bologna, dove se vinci sei bravo, e se perdi non succede nulla. E queste cose contano: per la gestione emotiva del calciatore, per la motivazione, per la testa. Il Bologna, se vuole realmente venderlo, deve stare attento a non tirare troppo la corda”.
Cosa pensa invece del possibile ritorno di Immobile in Serie A, al Bologna?
“Non è solo il caso Immobile. Mi sembra che stiamo diventando un campionato triste, con grandi giocatori, ma anche un po’ il ‘cimitero degli elefanti’. Modric che va al Milan, Immobile al Bologna. Benvenuti tutti, per carità, ma se parliamo di progetti, allora parliamone sul serio. Perché poi sono le stesse società che ci parlano di progettualità”.
Che idea si è fatto su Federico Chiesa? È davvero vicino al Napoli?
“È un discorso a parte. Chiesa è in un momento particolare della sua carriera. Ha fatto benissimo a Firenze, discretamente il primo anno alla Juve, poi qualche infortunio… È andato in Premier pensando di rilanciarsi, ma quel campionato non è quello che tutti credono. Anche giocatori come lui, non hanno la certezza di essere titolari. Dunque il ritorno in Italia potrebbe aiutarlo, certo. Tornare al Napoli, in una squadra dove può avere quello che serve per rilanciarsi, potrebbe essere la scelta giusta. Deve ridimostrare il suo valore e solo Conte può aiutarlo. Antonio, non solo come allenatore, ma come guida per la squadra. Da quel che si vede, Napoli è una squadra che si sta strutturando per puntare in alto. E in un contesto in cui la pressione non grava solo su di lui, ma è distribuita su altri cinque, sei, sette giocatori di pari livello, Chiesa avrebbe le condizioni ideali per tornare ai massimi livelli”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.calcionapoli1926.it/assets/uploads/202305/b78ad724e5caf4e872be3035d57e0528.jpg)
/www.calcionapoli1926.it/assets/uploads/202512/e688d9d8ae93ab850fb1bc1fdc387550.jpeg)