"Parto dalla fine: sono arrivati due allenatori con filosofie opposte. Ranieri ha dato serenità, Conte elettricità e consapevolezza. Sono due metodi completamente diversi. La Roma si sta riprendendo da un inizio difficile, ma il distacco non è determinante. Secondo me è stata una gestione sbagliata da parte della società e di tutto l’ambiente. È un po’ quello che è successo l'anno scorso a Napoli: gli errori si ripetono. Infatti, la stagione della Roma ricorda quella del Napoli dell’anno scorso, forse in maniera ancora più accentuata. Il Napoli ha cambiato tre allenatori in una stagione, mentre la Roma era già a quota tre prima di Natale. Non sempre fare prima vuol dire fare meglio. A volte prendere decisioni affrettate non porta ai risultati sperati."
Sul calciomercato
—Parliamo di Lorenzo Pellegrini. Si è vociferato di un suo possibile trasferimento al Napoli. Lei che idea si è fatto?
"Pellegrini è sempre stato un giocatore che divide: molto amato da alcuni, meno da altri. Non direi 'odiato', perché nel calcio non dovrebbe esserci odio. È un ragazzo timido, ma questa timidezza spesso viene scambiata per arroganza. Detto questo, è molto legato alla Roma e credo sia un ottimo giocatore. Dipende solo da lui se lasciare o meno il club. Inoltre, oggi è uno dei pochi veri valori, in termini economici, della Roma. Nel calcio di oggi conta soprattutto questo. Se un giocatore ha mercato, anche se è il più forte della squadra, può partire, come nel caso di Kvaratskhelia al Napoli. Sinceramente non so se il romanista avrebbe trovato spazio nel centrocampo del Napoli, Conte chiede un’intensità al pari delle squadre di Premier League, che Pellegrini non ha nelle sue caratteristiche. Probabilmente avrebbe fatto fatica ad adattarsi."
Ha accennato al tema Kvaratskhelia. Come ex direttore sportivo, secondo lei, quando si perde un calciatore così talentuoso, è più importante sostituirlo con un colpo mediatico o con un giocatore funzionale?
"Se sei primo in classifica, tutto è più semplice, anche se non prendi nessuno. In questo momento il Napoli ha digerito tranquillamente la sua partenza. Se lo fai quando sei in testa alla classifica e la domenica successiva vinci con la Juventus, allora la narrativa cambia: si dirà che Kvaratskhelia era forte, ma che la squadra continua a funzionare comunque. E per me, di fatto, è così.”
Garnacho ha talento e hype mediatico, ma vale davvero 65 milioni di euro?
"Assolutamente no. Non è che se incassi 75 milioni devi spenderne subito 65. È un buon giocatore, ma al momento il Napoli ha solo il campionato e può gestire le risorse con più calma. Io guarderei anche al mercato italiano, dove ci sono ottimi giocatori a costi inferiori. A me piace molto Felici del Cagliari. Ha fatto tutta la gavetta, sta facendo benissimo ed è nell'età giusta, mi sembra abbia 24 anni. Costa sicuramente molto meno di Garnacho. Se lo metti nelle mani di Conte, secondo me diventa un grande giocatore."
È un suggerimento a De Laurentiis?
"No, no, io non c’entro nulla! Però dico solo che ci sono giocatori italiani molto validi, e non è detto che si debba cercare sempre all’estero, soprattutto a gennaio e negli ultimi giorni di mercato, quando si rischia di spendere cifre eccessive senza riflettere."
Cosa si aspetta da Roma-Napoli?
"Le ho detto prima: uno porta serenità, l’altro elettricità e consapevolezza. Il Napoli, in questo momento, ha degli strappi di intensità che ricordano la Premier League. Quando accelera per 20 minuti, se l’avversario non è ben strutturato, diventa difficile resistere. Il Napoli sembra maturo e pronto per esprimere il massimo nelle prossime settimane, siamo nel momento della stagione in cui la squadra inizia a rendere al 100%."
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