“Non credo che il Bologna sia disposto a sacrificare tutti i suoi pezzi pregiati. Il club ha costruito negli anni quel che oggi lotta per conquistare. Negli anni è anche stato criticato perché sembrava non volesse raggiungere questi traguardi. Sono stati fatti, invece, investimenti giusti, operati con calma. Si è lavorato sulla squadra e si è scelto un direttore sportivo che è tra i migliori in assoluto. Il tutto, con un allenatore che garantisce idee, sta prendendo forma. Per questo, non credo che il Bologna voglia far cassa e buttare tutto all’aria. Certo, ci saranno delle richieste, ma la società non si priverà di tutti. Se avrà la possibilità, la società opererà su acquisti giusti, mirati, al fine di inserirsi nel gruppetto di squadre di alta classifica. Un progetto paragonabile a quello dell’Atalanta”.
Condivide la scelta Manna per la rifondazione azzurra?
“Mi piace moltissimo. Credo sia una figura estremamente preparata, nonostante la giovane età. Ha ricoperto diversi ruoli, e ciò gli consente di avere la percezione di più sfaccettature. È la figura perfetta, un dirigente voglioso ma che, venendo dalla Juventus, sa cosa vuol dire puntare al successo. Con lui, vedo un Giuntoli bis. Sono figure diverse, ma è un dirigente che, per tanti anni, può tenere le redini della dirigenza del club azzurro”.
Quanto è difficile allenare una squadra quando ci sono delle difficoltà e, soprattutto, quando il tecnico sa che lascerà la squadra a fine stagione? Come si può chiedere ai calciatori, in questo contesto, di dare il massimo?
“Purtroppo, incide. Quest’anno è successa una cosa un po’ anomala. Diversi club hanno annunciato l’addio dei propri allenatori, sperando che questa notizia potesse rinvigorire la squadra, garantire entusiasmo. Purtroppo, non si stanno avendo grandissimi risultati, come ad esempio al Bayern ed al Liverpool. La situazione del Napoli è ancor più delicata. Dopo uno scudetto sognato e stravinto, quella attuale è una stagione ancor più difficile, considerando i due cambi in panchina. Sapevo che questo campionato avrebbe denotato delle difficoltà rilevanti. Quando vinci, e non sei abituato al successo, c’è grande entusiasmo, una carica incredibile. Tuttavia, lo stesso coinvolgimento e le stesse motivazioni del tricolore non potevano essere confermati anche quest’anno. La scorsa era una stagione da mettere da parte, irripetibile. I calciatori, così come i dirigenti, sono uomini e, alla prima difficoltà, la voglia di fare la corsa in più, il sacrificio, viene meno. Un allenatore di grande carisma come Conte, che chiudesse la squadra in una bolla, forse, avrebbe portato il Napoli ad una stagione diversa. Calzona, però, sapendo di dover andare via e non riuscendo a garantire entusiasmo alla squadra, fronteggia difficoltà evidenti”.
Quale deve essere il profilo giusto per ripartire? Un tecnico alla Antonio Conte o un allenatore più incline al dialogo con la società?
“È una risposta che dipende esclusivamente da quel che vorrà far il presidente. Ci si potrebbe chiedere se si preferisce vivere in un attico, in una mega villa o in un appartamento. Vuoi un allenatore a cui dare il progetto tecnico? Devi puntare su Gasperini, garantirgli giocatori di fisicità, diversi, ma puoi contare su un percorso nuovo. Vuoi un allenatore che possa iniziare un ciclo? Vai su italiano. Se si vuole un uomo solo al comando, si sceglie Antonio Conte. Una scelta che esigerebbe l’impiego di risorse ma che, forse, aiuterebbe la squadra a tornare competitiva nell’immediato. Pioli, infine, è un allenatore spendibile, una persona perbene che può anche consentire di continuare sulla falsa riga di quanto fatto negli ultimi anni”.
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