A proposito di Roma, in un'intervista rilasciata qualche anno fa ai taccuini de Il Messaggero, Bruno Conti, leggenda giallorossa che lei ha avuto l'onore di allenare, ha ammesso come "per il Napoli di Maradona un pensiero l'ha fatto" e che "sarebbe stato l'ideale in quel momento": per caso, proprio come faceva Diego, anche lei ha tentato di convincere "MaraZico" a trasferirsi all'ombra del Vesuvio?"Io non ho mai cercato di convincerlo. I miei vecchi maestri dicevano 'Se un allenatore tenta di convincere un calciatore a venire nella propria squadra, abbassa la guardia'. Poi quando li alleni, sono tutti uguali. Se poi il calciatore che tu hai voluto, che hai raccomandato alla società ha un rendimento non all'altezza, cosa fai? Lo fai giocare per forza perché l'hai chiesto tu? Anche se in squadra ci fosse mio figlio, se fosse meno importante di un compagno, giocherebbe il compagno. I miei vecchi allenatori mi hanno dimostrato questo, mi hanno sempre detto che settimanalmente si vede chi è più in condizione e poi si decide chi gioca, al di là del nome, delle amicizie, del prestigio del calciatore... Io ho sempre impostato il mio lavoro in questo senso: il campo mi dice chi è più in condizione. Questo è il modo di pensare più utile anche al concetto di gioco di squadra".
Napoli che trionfa per 2-1 contro la Juventus e vittoria che passa (soprattutto) da una netta superiorità azzurra a centrocampo. Anguissa-Lobotka-McTominay: è questo, ad oggi, il trio di reparto più forte del campionato italiano?"Di solito il centrocampo è il reparto che dà la misura della bontà della squadra, ma se poi non hai calciatori bravi nei restanti ruoli... Il concetto del gioco di squadra è che il collettivo viene esaltato dalla qualità del singolo e viceversa: questa è la bellezza del calcio. Da solo puoi essere il più bravo del mondo, ma senza una squadra competitiva, non si va da nessuna parte. Ripeto sempre ciò che mi insegnavano i miei maestri: 'Se hai un'orchestra sinfonica, per essere all'altezza, i musicisti devono essere i più bravi possibili individualmente. C'è il fenomeno solista che esprime le qualità di quest'orchestra, ma se il collettivo è scarso, il singolo può anche essere il più bravo del mondo, ma la sinfonia è una cosa di squadra'. Il calcio funziona alla stessa maniera: puoi avere in squadra il calciatore più bravo, ma di solito le squadre importante vincono perché hanno lo zoccolo duro di calciatori importanti. La bellezza del calcio è questa: essere la rappresentazione migliore del gioco di squadra".
A San Siro contro il Milan, Roma, al Franchi con la Fiorentina, a Bergamo contro l'Atalanta e Juventus; 5 delle 9 reti messe a segno (finora) da Romelu Lukaku sono arrivate nei cosiddetti "big match". "Big" come "Rom": il centravanti belga ha già messo a tacere tutti gli scettici in merito alla decisone presa in estate da mister Conte?"Se l'hanno acquistato, vuol dire che erano coscienti del valore di questo calciatore. Purtroppo nello sport è così: quando vinci sempre, se poi perdi una gara, tutti dicono che sei in crisi. Se un pugile disputa 40 incontri e li vince tutti per KO, quella volta in cui dicono che è finito. È normale, fa parte del ruolo dello sportivo".
Antonio Conte ha un piano ben delineato in mente: far conquistare alla Società Sportiva Calcio Napoli il quarto Scudetto della propria (quasi) centenaria storia. Quante possibilità ha il condottiero di Lecce di emulare l'operato suo e di Luciano Spalletti al comando della formazione partenopea?"Questo non lo so, ma mi sembra che sia sulla buona strada per ottenere questo risultato. Ha un'ottima squadra, non ha le coppe, l'allenatore è di primo livello... Non so se possa vincere o meno, ma c'è da dire che le altre grandi, Inter a parte, sono sparite tutte. È strano che nel campionato italiano la corsa al titolo sia ristretta a due squadre; magari accade in Spagna, in Inghilterra... mentre in Italia, di solito, c'è sempre una volata a 3/4 squadre. Sia Napoli che Inter hanno un ottimo organico, due società solide, cosa molta importante, ma una delle due non ha il vantaggio di non avere le coppe e questo dettaglio, specialmente in Primavera, può incidere".
A cura di Alex Iozzi
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