Sulla strategia comunicativa di Conte
—“Io appartengo a una generazione in cui i problemi si risolvono nello spogliatoio. Lì si parla, ci si confronta, anche duramente, ma tutto resta in famiglia. E “spogliatoio” è sinonimo di “famiglia”. Oggi, forse anche per colpa dei social, certi argomenti finiscono fuori, e non dovrebbe accadere. Perché così si rischia di mettere in cattiva luce persone che lavorano h24 per il bene del club. Nessun medico, in nessuna società, vuole vedere i propri giocatori infortunati. Quando succede, il primo a soffrirne è proprio lo staff sanitario. Quindi sì, secondo me Conte ha sbagliato non tanto a lamentarsi, quanto a farlo pubblicamente. Senza mancare di rispetto a nessuno, avrebbe dovuto gestire la cosa in modo diverso, sarebbe stato meglio parlarne direttamente con i diretti interessati. Non so perché l’abbia fatto pubblicamente, avrà avuto i suoi motivi, per carità. Ma resto dell’idea che certe cose vadano affrontate internamente. Lo dici ai tuoi collaboratori, ne parli faccia a faccia, e finisce lì. Poi davanti alle telecamere è un altro discorso, ma le questioni tecniche o mediche vanno risolte nello spogliatoio”.
Su Beukema
—“È un ragazzo importante, sta crescendo molto. È serio, lavora tanto e si impegna ogni giorno, e questo alla lunga paga sempre. Con un allenatore come Conte è impossibile non migliorare: chi lavora con lui cresce per forza, perché pretende tanto e ti porta a dare il massimo. Beukema sta facendo un percorso notevole, e il meglio deve ancora venire”.
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