Su De Laurentiis
—"Anche il presidente è cresciuto tantissimo negli anni, ha imparato, come tutti noi, a comunicare in modo diverso. Dopo la sconfitta per 6-2, ad esempio, è stato vicino alla squadra, e questo dimostra maturità. Il presidente non ha bisogno di consigli: è sempre stato un valore aggiunto, e oggi lo è ancora di più. Anche la gente di Napoli ha imparato ad apprezzare un lato di De Laurentiis che forse prima conosceva meno”.
Se c'è qualcosa da rivedere anche nella preparazione
—“Faccio una premessa: conosco bene il dottor Canonico, uno dei medici più stimati della Serie A. Non lo dico io, lo dicono i numeri: per tanti anni il Napoli è stato la squadra con meno infortuni in Europa, anche se spesso non se ne parla. Quindi parliamo di uno staff medico di altissimo livello. Detto questo, credo che la situazione attuale sia frutto di un mix di fattori: forse un sovraccarico in fase estiva, dovuto alla necessità di programmare una stagione con tre competizioni; forse anche la gestione dei carichi durante l’anno. Non credo ci sia un solo colpevole, ma una concausa di situazioni da analizzare e correggere insieme. Solo così si potrà limitare il numero di infortuni, che effettivamente sono tanti”.
Sulla strategia comunicativa di Conte
—“Io appartengo a una generazione in cui i problemi si risolvono nello spogliatoio. Lì si parla, ci si confronta, anche duramente, ma tutto resta in famiglia. E “spogliatoio” è sinonimo di “famiglia”. Oggi, forse anche per colpa dei social, certi argomenti finiscono fuori, e non dovrebbe accadere. Perché così si rischia di mettere in cattiva luce persone che lavorano h24 per il bene del club. Nessun medico, in nessuna società, vuole vedere i propri giocatori infortunati. Quando succede, il primo a soffrirne è proprio lo staff sanitario. Quindi sì, secondo me Conte ha sbagliato non tanto a lamentarsi, quanto a farlo pubblicamente. Senza mancare di rispetto a nessuno, avrebbe dovuto gestire la cosa in modo diverso, sarebbe stato meglio parlarne direttamente con i diretti interessati. Non so perché l’abbia fatto pubblicamente, avrà avuto i suoi motivi, per carità. Ma resto dell’idea che certe cose vadano affrontate internamente. Lo dici ai tuoi collaboratori, ne parli faccia a faccia, e finisce lì. Poi davanti alle telecamere è un altro discorso, ma le questioni tecniche o mediche vanno risolte nello spogliatoio”.
Su Beukema
—“È un ragazzo importante, sta crescendo molto. È serio, lavora tanto e si impegna ogni giorno, e questo alla lunga paga sempre. Con un allenatore come Conte è impossibile non migliorare: chi lavora con lui cresce per forza, perché pretende tanto e ti porta a dare il massimo. Beukema sta facendo un percorso notevole, e il meglio deve ancora venire”.
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