Oltre a De Bruyne, quale calciatore tra i nuovi innesti crede possa dare un notevole apporto alla rosa campione d'Italia in carica?"Sono stati acquistati tanti profili importanti: oggi il Napoli è una squadra completa. Hojlund spero si riscatti dopo l'esperienza al Manchester United perché gli azzurri hanno bisogno di un centravanti in grado di sostituire Lukaku. Non è facile perché il belga fa giocare il centrocampista che lo accompagna nell'azione e fa anche gol: è un calciatore molto importante per lo schema tattico di Conte".
Spazio, adesso, al campo: sabato sera il Napoli è atteso tra le mura dello Stadio Artemio Franchi per fronteggiare la Fiorentina del Pioli-bis. Quali mosse del tecnico emiliano potrebbero provocare dei forti "mal di testa" a mister Conte?"È una partita molto importante per la Fiorentina: ha pareggiato le prime due gare, mentre il Napoli le ha vinte entrambe. Battere i partenopei darebbe morale ai viola, mentre gli azzurri manderebbero un messaggio alle rivali al vertice come Juventus, Milan, Inter, Roma, ecc...".
Corsa Scudetto: lei ha un'opinione controcorrente oppure si aggrega alla cerchia di coloro che ritengono il Napoli come "la squadra da battere"? "Per me è la squadra da battere. Ho guardato tutto il campionato scorso e il Napoli è una squadra equilibrata, consapevole di ciò che voleva ottenere. Inoltre, si è anche rinforzata".
In virtù di quanto appena detto, senza tener conto delle prime due giornate di campionato (poiché si tratta pur sempre di "calcio d'agosto"), chi considera come l'antagonista principale della "banda Conte"?"L'Inter non ha cominciato bene, ma ogni stagione ha sempre lo stesso andamento: ogni volta arriva in fondo in Champions League e lotta per lo Scudetto. Per me i nerazzurri rimangono i principali rivali del Napoli; poi vengono Milan e Juventus".
La figura di Maradona è (per ovvi motivi) sempre centrale all'interno delle interviste che annualmente rilascia: c'è un aneddoto con protagonista Diego che vorrebbe raccontare ai nostri microfoni? "Prima partita di Coppa Italia (Napoli-Arezzo 4-1; stagione 1984/85, ndr): sul lato dove calciavo io le punizioni, si avvicina anche Diego. Io sistemavo il pallone e lui faceva lo stesso. Alla fine calcio io la punizione, faccio passare il tiro sopra la barriera e segno. Dopo aver esultato e mentre tornavamo insieme verso il centro del campo, mi dice: 'Ultima volta che mi fai una cosa del genere!' (ride, ndr)".
Concludiamo con una domanda prettamente personale: al netto delle epoche che sono agli antipodi, c'è un esterno d'attacco (o un giocatore offensivo) facente parte dell'organico attuale del Napoli in cui rivede il se stesso calciatore?"Io ero una mezza punta. Quando sono arrivato a Napoli, la prima punta era Domenico Penzo; un anno dopo arrivò Giordano. Io giocavo sulla destra o su tutto il fronte d'attacco di fianco a Diego. Il primo anno abbiamo segnato 25 reti in campionato in due: io 11 e lui 14. Quello di oggi è un calcio diverso: ai miei tempi, ogni domenica era una finale. In Italia c'era il catenaccio, i difensori ti marcavano a uomo... Le squadre erano toste; e poi c'era una qualità impressionante: io ho giocato contro la nazionale italiana del 1978 e con quella 1982, entrambe formazioni straordinarie. Oggi l'Italia non partecipa da due edizioni al Mondiale e all'ultima in cui c'è stata è uscita ai gironi. La Nazionale dei miei tempi segnava 1/2 reti, si chiudeva dietro e arrivederci. Delle recenti, l'ultima Italia decente è quella campione del mondo nel 2006. Mi auguro che al prossimo Mondiale la nazionale italiana possa partecipare dopo due eliminazioni ai play-off con Svezia e Macedonia, anche se gli interpreti non sono all'altezza di gente come Tardelli, Cabrini, Antonio, Antognoni e di tutti quei calciatori che hanno giocato contro di me".
A cura di Alex Iozzi
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