Marco Bellinazzo, economista de Il Sole 24 Ore, ha rilasciato una interessante intervista sulle colonne de Il Mattino. Parole al miele per la gestione economico-sportiva del Napoli, che ha avuto il coraggio di tagliare il monte ingaggi privandosi dei big e di rifondare, mantenendosi competitiva ad alti livelli
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Bellinazzo: “Nessuno come il Napoli: venduto tanto migliorando tantissimo”
Bellinazzo esalta De Laurentiis: "Gestione impeccabile, ha ringiovanito la rosa senza perdere in competitività"
Il suo libro sta riscuotendo enorme successo, a ragion veduta: La nuova guerra del calcio, edito da Feltrinelli, è un'analisi minuziosa dei cambiamenti che hanno attraversato il mondo del pallone negli ultimi venti anni: "Sono avvenute tante cose di cui l'opinione pubblica non si è accorta. Il calcio, un fenomeno che coinvolge 4 miliardi di persone in occasione di un Mondiale, è stato sempre usato come uno strumento per imporre un'ideologia, però nel 2003 c'è stato il passaggio cruciale. Putin, per nascondere le atrocità della campagna in Crimea e rafforzare il nuovo establishment russo, ha mandato uno dei più fidati oligarchi, Abramovic, a prendere il Chelsea. Il calcio, in quel momento, non è stato più il pretesto ma il contesto. Ai russi sono seguiti gli arabi, i cinesi, gli americani, che hanno acquisito 60 squadre in Europa in vista dei Mondiali 2026 che vedranno in campo 48 nazionali. Lo scontro si è poi spostato al livello più alto: Inghilterra e Usa, dopo aver perso i Mondiali assegnati a Russia e Qatar, hanno sollecitato l'attenzione della Fbi su scandali che, vorrei ricordarlo, erano stati fatti emergere anzitutto da Maradona. È stato defenestrato Blatter, sostituito da Infantino, e si è dato più potere all'assemblea che è composta da un numero di Paesi superiore a quella dell'Onu. E ogni Paese vale un voto. La vera battaglia adesso è tra la Fifa e la Uefa. La prima rappresenta il potere politico, l'altra quello economico grazie agli introiti Champions". E sul Napoli: «Non ricordo negli ultimi 20 anni una società che abbia tagliato, e non poco, i costi e migliorato così tanto il rendimento, al punto da essere un punto di riferimento per il calcio europeo, sovvertendo i rapporti di forza economica, come si è visto nei confronti col Liverpool. Un esempio virtuoso a cui dovrebbero ispirarsi le altre società italiane, che devono puntare su sostenibilità - difficile senza buoni stadi - e competenze. Una nuova strada. E mi auguro che un titolo possa sollecitare il Napoli verso la realizzazione di un grande centro sportivo che faccia da hub per tutti i giovani del Sud»".
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