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Belardi: “Meret ha fatto ottime cose, ma a Napoli è sempre sulla graticola”

Belardi: “Meret ha fatto ottime cose, ma a Napoli è sempre sulla graticola” - immagine 1
A 1 Station Radio è intervenuto il dirigente ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Juventus
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

A 1 Station Radio è intervenuto Emanuele Belardi, dirigente ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Che partita si aspetta tra Napoli e Juventus?

“Napoli-Juventus è sempre una partita sentitissima. Gli azzurri vengono da un momento difficile, anche se, nelle ultime settimane, sembrano in ripresa. Contro il Sassuolo, infatti, i partenopei hanno vinto in maniera importante. La Juventus si è rimessa in carreggiata, vincendo contro il Frosinone. Bisognerà capire se il Napoli saprà dare continuità al recente successo”.


Il dualismo Meret-Gollini ha lasciato qualche interrogativo. Crede che Meret sia l’uomo giusto per gli azzurri?

“Quest’anno ha avuto spazio Gollini a causa dell’infortunio del friulano. Ciò detto, Meret ha fatto ottime cose e non va dimenticato sia stato tra i protagonisti dello scudetto. Alex è il titolare, anche se è giusto che in una squadra di vertice ci siano due portieri di livello. È altrettanto vero, però che l’ex Spal non ha mai conquistato la piazza. È un friulano, introverso, sicuramente diverso da un Gollini ben più esuberante, capace di farsi notare”.

Alcuni sostengono ci siano responsabilità dell’estremo difensore azzurro anche sulle recenti reti subite dal Napoli.

“A Napoli Meret non è mai stato esaltato troppo. Anche quando ha fatto cose importanti, lo scorso anno. Quando un portiere fa quaranta partite, e ne sbaglia mezza, venendo additato come responsabile, si comprende come la scintilla non sia mai scattata. Ci sono stati portieri di gran lunga inferiori a Meret, in azzurro, che invece sono stati esaltati. Credo che verrà fatta una riflessione dall’entourage del ragazzo. Si valuterà se restare in una piazza dove il portiere rischia sempre di essere sulla graticola o di cambiare aria”.

Caprile e Di Gregorio possono essere i portieri di un top club italiano?

“Caprile è al suo primo anno in A. L’anno scorso ha giocato in B, oggi si sta riscattando. Tuttavia, fare il portiere delle grandi squadre è complicato, soprattutto a Napoli. Ciò detto, l’ex Bari può crescere e fare cose importanti. Di Gregorio, invece, è già allo step successivo. Parliamo di un ragazzo di personalità, che spesso si assume rischi anche nelle giocate con i piedi. Sono due profili da seguire, anche se ce ne sono altri”.

Come vedrebbe un portiere come Skorupski in ottica Napoli?

“È un portiere importante, anche se non molto dotato tecnicamente con i piedi. Skorupski gioca da diversi anni in Serie A, e sta esprimendosi ottimamente a Bologna. Tuttavia, sarà importante capire chi sarà il prossimo allenatore degli azzurri”.

La tendenza di costruire dal basso non rischia di incidere sui fondamentali di un portiere?

“Con me sfondate una porta aperta. A mio avviso, un portiere deve anzitutto parare. Quando, anni fa, il Barcellona giocava da dietro, lo faceva con un portiere, Valdes, che in Serie A non avrebbe giocato nemmeno all’Empoli. Tuttavia, era funzionale al sistema di gioco, doveva fare soltanto quello. Anche Ederson ha vinto tantissimo, ma non è certo un portiere formidabile. Guardiola può anche prendere tre gol, tanto sa che ne farà più dell’avversario”.

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