Su Kvara
—“Un problema mentale. Questa squadra ha toccato il cielo con un dito e, ad oggi, sente mancare la terra sotto i piedi. Tutto è cambiato, mancano le certezze. È entrata in un vortice che mai pensava di poter affrontare. I calciatori, inoltre, non sembrano mai reagire come ci si aspetterebbe, né alle vittorie né alle sconfitte. O si intristiscono o reagiscono in maniera nervosa. L’aspetto mentale, poi, può condizionare anche quello fisico. Le gambe non rispondono, ti adatti ad un ritmo più blando. È come una macchina che può rimanere con la stessa cilindrata: se la curi, è una macchina che può rispondere; diversamente, non sarebbe utilizzabile. Se il contesto campo non offre soddisfazioni e coinvolge in maniera sostanziale, è normale che anche le piccole distrazioni fuori dal campo possano prevalere. Se, invece, il contesto squadra funziona, è chiaro che si può riuscire a mettere in secondo piano anche i fattori esterni. Oggi, il Napoli mi sembra una squadra che non sprizzi grande entusiasmo, che si diverta a giocare. Mi sembra una squadra un po’ piatta psicologicamente”.
Sul ritorno di Mario Rui
—“Cambia perché il portoghese è un calciatore di spinta con cui il settantasette può vantare un certo affiatamento. Con Spalletti c’era un contesto che funzionava. C’era sempre un mutuo soccorso, il calciatore aveva sempre diverse opzioni. Ognuno esaltava l’altro. Quest’anno, tutto questo pare essersi sfilacciato e gli avversari entrano in queste difficoltà. Coppa Italia un monito per il campionato? Soprattutto il Napoli. L’Inter, ieri sera, la prestazione l’ha fatta. Ciò detto, sono lezioni da tenere in considerazione. In Serie A, se non si mantiene alta la concentrazione, si rischia di pagare a caro prezzo tale errore. È vero che in campionato la marcia è ancora lunga, ma al Napoli non restano ancora tanti bonus. Il Napoli ha bisogno, anche per la programmazione della prossima stagione, di una qualificazione in Champions. Per questo, gli azzurri non potranno sbagliare le prossime gare. Simeone o Raspadori quando ci sarà la Coppa d'Africa? Le caratteristiche di Osimhen sono uniche e, dunque, difficili da replicare. Sono due ottimi giocatori. Raspadori, pur riuscendo a disimpegnarsi ottimamente come punta, vorrei vederlo al fianco di un nove. Tuttavia, qualsiasi sarà la scelta, il Napoli potrà avere delle garanzie. Se Raspadori è un giocatore che lega il gioco, Simeone sa essere una punta efficace - chiude Bazzani - in area di rigore".
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