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Avv. Botti: “Sentenza su Acerbi sbagliata, poteva bastare la parola di Juan Jesus”

Juan Jesus napoli juve
Il legale è intervenuto a TvPlay soffermandosi sulla sentenza d'assoluzione per Acerbi per il caso Juan Jesus
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

L’avvocato Claudio Botti è intervenuto ai microfoni di TvPlay soffermandosi sulla sentenza d'assoluzione per Acerbi per il caso Juan Jesus.

"Non ragiono da tifoso nonostante il mio sangue sia azzurro, non mi stupisco della sentenza perché negli anni le sentenze di giustizia sportiva perché sono da sempre l’esaltazione dell’ipocrisia e dei luoghi comuni. Tutti si improvvisano giuristi o garantisti. Sono d’accordo con chi dice che Acerbi è stato messo alla gogna ed é vero che nel processo penale esiste la condanna oltre ogni ragionevole dubbio. Questa formula però non appartiene all’ordinamento sportivo. Se si seguisse il principio della sentenza del giudice sportivo in questa vicenda in Italia non ci sarebbe più nessuna condanna per stupro. La parola della persona offesa di per sé può costituire una prova. Non è necessario che ci sia sempre un testimone. Il garantismo è uno stato d’animo, ma devo dire che nel caso Acerbi ci sono elementi che potevano indurre la giustizia sportiva a riflettere. Spiegatemi perché dopo il fatto Acerbi si avvicina a Juan Jesus dandogli dei buffetti sulle guance. Vi sono decine di casi in cui la parola della persona offesa è sufficiente a formulare una sentenza di condanna. Questa sentenza può aprire un varco pericoloso. Non plaudo a questa sentenza perché c’erano gli elementi per giudicare in modo diverso.


La minaccia è considerata credibile in base a come la vittima la racconta e la percepisce. L’indagato in Italia ha diritto a mentire, la persona offesa ha invece l’obbligo di dire la verità. Io posso difendermi dicendo che la mia giacca è rossa ma se vado a testimoniare come vittima di un reato devo dire la verità. Ci sono decine di processi in cui la parola della persona offesa è stata decisiva per arrivare a sentenza.

Sono contrario al sensazionalismo giudiziario. È vero che in campo ci si dice di tutto, ma non mi sembra che dopo ogni litigio accade quello che è accaduto a San Siro. Per mettere in moto questo meccanismo è evidente che qualcosa di strano sia accaduto. Il difensore del Napoli non ha voluto cavalcare questa vicenda. Queste vicende devono innescare una riflessione ma senza creare schieramenti: ricordo però che la parola della persona offesa può bastare come prova".

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