"Luis Enrique, una persona stupenda. Mi ha insegnato a tenere sempre la schiena dritta: lasciò un contratto per andare a studiare calcio. È un uomo incredibile quando parla alla mamma di sua figlia Xana, quando parla ai ragazzi in spogliatoio, per l’umanità e il rispetto con cui tratta tutti. Lo vorrei abbracciare e mi piacerebbe molto andarlo a trovare a Parigi".
Dopo l’ultima esperienza da collaboratore di Spalletti, arrivò la chiamata di Corsi per allenare l’Empoli.
"Quasi mi disturbò... stavo in bicicletta. Però mi piaceva l’idea di poter applicare in Serie A quello che facevo nei dilettanti. È stata una fortuna. A Empoli ho passato anni bellissimi".
A trovarla a Empoli venne anche Conte.
"Partì da Torino alle sei di mattina, per evitare il traffico del primo maggio. Rimase tre giorni con noi, pranzando con la squadra come fosse uno dello staff. Ci eravamo già incontrati a Coverciano: lui aveva preso una stanza e mi aveva invitato a fare due chiacchiere. Io, lui e i nostri figli. Condividemmo schemi, idee e valori".
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