A Radio Napoli Centrale, il noto giornalista è intervenuto con il suo consueto editoriale
A Radio Napoli Centrale, Umberto Chiariello è intervenuto con il suo editoriale.
L'editoriale di Chiariello a Radio Napoli Centrale
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"Avrei voluto affrontare un tema molto importante, parlare delle vicende Lega-FIGC e della riforma del calcio italiano che si impone come necessaria e impellente. È un tema, tra l’altro, affrontato in maniera straordinaria da Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport con un fondo che è un punto di partenza, ma rimando questa discussione quando lo avremo nostro ospite. Mi limito solo a dire che deve cadere questa vicenda dei veti per cui le 4 leghe possono, con un semplice veto di una di loro, impedire qualsiasi riforma. Questa vicenda deve finire e bisogna anche liberarsi dalla Legge Melandri che ha fatto più danni che bene. Molti non sanno di cosa sto parlando, mi rendo conto di sembrare criptico, perché il comunicatore – al di là degli ego ipertrofici di cui spesso si parla – spesso dà per scontate cose che la gran parte non conosce. Trovo sia un modo scorretto di fare comunicazione, perché si impongono le proprie conoscenze sugli altri. Il comunicatore è al servizio di chi ascolta, ma non bisogna mai dimenticare di spiegare ciò che si dice alla massa, altrimenti non si fa buona informazione. La Legge Melandri è un tema di cui dobbiamo parlare per spiegare di cosa parliamo: è la legge che obbliga la vendita collettiva dei diritti televisivi sulla base di una legge dello Stato, non sulla base delle libere decisioni della Lega Calcio ed i presidenti al suo interno.
L’Italia è l’unico Paese eterodiretto, in questo senso, com’è l’unico Paese ad aver fatto la battaglia moralistica – ed ipocrita – per il betting. Siamo in un mondo di ipocrisia assoluta. Ieri vengo a scoprire che da oggi in poi, avremo tutti un aumento di bolletta esagerato, E-S-A-G-E-R-A-T-O di luce e gas che inciderà sulle tasche degli italiani in maniera enorme. Sapete perché? Perché il Governo ha deciso di ripristinare l’IVA sul gas al 22%, anziché l’attuale 5% e l’IVA sull’energia elettrica al 22% rispetto all’attuale 10%. In termini pratici, sapete cosa vuol dire? Che se uno al mese consuma 100 euro di luce e 50 euro di gas, prima pagava rispettivamente 10 euro di IVA e 2,5 euro di IVA. Adesso, invece, su una bolletta di 150 euro, andremo a pagare 33 euro di IVA: 20 euro di aumento di IVA medio al mese. In questo sistema, dove si tagliano i trasporti, la sanità, tutto quello che è il welfare state, in senso positivo, e si vanno a toccare beni e servizi come gas e luce, l’IVA è un’imposta mobile, che va a colpire l’utente finale, cioè il consumatore. Applicare l’IVA al 22% significa togliere soldi dalle tasche degli italiani e il calcio vuole i soldi dallo Stato, quando lo stesso viene a toccarci le tasche nei beni essenziali? Non è possibile, è immorale. Questo non significa che il calcio abbia bisogno di ragionare con il Governo per una serie di manovre. Il pallone si sta sgonfiando sul serio.