1Portiere
dino zoff

Dino Zoff

  • Nazionalità:Italia
  • Età:82 (28 febbraio 1942)
  • Altezza:1.82 m
  • Peso:78kg
  • Piede:Destro
  • Valore di mercato: mln

TROFEI VINTI

Serie A
6
1972/73, 1974/75, 1976/77, 1977/78, 1980/81, 1981/82
Coppa Italia
2
1978/79, 1982/83
Coppa Uefa
1
1976/77
Campionato Europeo
1
1968
Campionato del Mondo
1
1982

PROFILO

Tutto su Dino Zoff, storico portiere della SSC Napoli e della Nazionale italiana: biografia, carriera e scheda tecnica.

Dino Zoff, la biografia

Dino Zoff è nato a Mariano del Friuli il 28 febbraio 1942. Sposato con Annamaria, conosciuta a Mantova durante il periodo di militanza nella locale squadra virgiliana, la coppia ha un figlio, Marco, e due nipoti; si professa cattolico. È considerato uno dei più grandi portieri nella storia del calcio.

Dino Zoff, la carriera

Giovanili ed esordi con l'Udinese

Dino Zoff è cresciuto nella Marianese e fu accettato in seguito dall'Udinese dopo che, grazie allo sviluppo (e, secondo lo stesso Zoff, all'alimentazione impartitagli da sua nonna a base di uova), crebbe di ben 22 centimetri. Con la squadra friulana debuttò in Serie A il 24 settembre 1961, al Comunale di Firenze, battuto 2-5 dalla Fiorentina. L'anno successivo, dopo la retrocessione dell'Udinese in Serie B, Zoff divenne titolare della squadra, ma fu ceduto al Mantova al termine della stagione.

Mantova

Dino Zoff ritornò in Serie A nel 1963, anno in cui fu acquistato dal Mantova per una cifra intorno ai 20 milioni di lire. Disputò in biancorosso 131 partite nell'arco di quattro stagioni: l'ultima da lui giocata allo stadio Danilo Martelli fu quella del 1º giugno 1967, la famosa Mantova-Inter (1-0) che a posteriori sancì il tramonto della Grande Inter. Nell'estate seguente, per Zoff ci fu il passaggio al Napoli e il debutto in Nazionale.

Napoli

Alla mezzanotte dell'ultimo giorno di calciomercato, Zoff si trasferì al Napoli per 120 milioni di lire più il cartellino di Claudio Bandoni, grazie all'aiuto di Alberto Giovannini, direttore del quotidiano Roma allora di proprietà di Achille Lauro, quest'ultimo patron anche del club azzurro; il giornalista, con l'aiuto di Bruno Pesaola e all'insaputa di Lauro, finse infatti di essere il presidente della squadra.  In Serie A difese la porta dei partenopei per 143 incontri, scendendo in campo ininterrottamente dal debutto del 24 settembre 1967 (Napoli-Atalanta 1-0, prima giornata del campionato 1967/68), alla sconfitta del 12 marzo 1972 (0-2 contro l'Inter, ventunesima giornata del campionato 1971/72); pochi giorni dopo quest'ultimo incontro subì un infortunio al malleolo in allenamento, che interruppe la sua striscia di partite consecutive tenendolo fuori per 7 incontri, fino alla penultima giornata. Durante la sua militanza in azzurro stabilì due record: nella stagione 1970/71 concesse solo 18 gol in 30 partite, riuscendo inoltre a mantenere la porta inviolata per le prime sei giornate, capitolando solo dopo 590 minuti, alla settima giornata, contro l'interista Jair. Concluse la sua esperienza nel Napoli disputando la finale della Coppa Italia 1971/72, persa 2-0 contro il Milan.

Juventus

Nell'estate 1972 il trentenne Zoff, ormai considerato tra gli estremi difensori più forti della sua generazione, venne ingaggiato dalla Juventus nell'ambito di un cospicuo scambio di cartellini sull'asse Napoli-Torino che coinvolse, tra gli altri, il più giovane ma anche più incostante Pietro Carmignani, da cui il friulano ereditò le chiavi della porta bianconera. Alla Juve sono legate tutte le sue vittorie con squadre di club, tanto come giocatore quanto, successivamente, come allenatore: in undici stagioni vinse per sei volte il titolo di campione d'Italia (1972/73, 1974/75, 1976/77, 1977/78, 1980/81 e 1981/82), due Coppe Italia (1978/79 e 1982/83) e una Coppa UEFA (1976/77, primo successo europeo della Juventus). La sua attività, al termine della stagione 1982-1983, si concluse di fatto con la finale di Coppa dei Campioni persa ad Atene contro i tedeschi dell'Amburgo, il 25 maggio 1983. Nei giorni seguenti il portiere friulano ufficializzò il suo prossimo ritiro, chiedendo e ottenendo che per l'ultimo impegno stagionale della squadra bianconera, la doppia finale di Coppa Italia contro il Verona che gli varrà l'ultimo trofeo della carriera agonistica, la maglia da titolare venisse affidata al suo secondo Luciano Bodini. Durante i suoi anni alla Juventus, Zoff stabilì alcuni primati degni di nota: nel corso della stagione 1972/73 mantenne la propria porta inviolata per 903 minuti, superando i precedenti 792 di Mario Da Pozzo con il Genoa nel 1963/64 e stabilendo così l'allora record d'imbattibilità nella Serie A a girone unico, un primato poi superato dai 929 minuti di Sebastiano Rossi con il Milan nel campionato 1993/94; nell'annata 1981/82 subì solo 14 reti, record assoluto per il club bianconero; inoltre, nelle undici stagioni disputate in maglia bianconera non saltò mai una partita di campionato, scendendo in campo per 330 incontri consecutivi. Complessivamente, toccò la soglia delle 570 presenze in Serie A, un traguardo che lo renderà il giocatore con più apparizioni nel massimo campionato italiano fino al 2005, quando verrà superato da Paolo Maldini; limitatamente al proprio ruolo, manterrà il primato per un ulteriore anno, oltrepassato da Gianluca Pagliuca nel 2006.

La Nazionale

Nel 1963, senza maturare presenze, fece da dodicesimo a Rino Rado nella nazionale «probabili olimpici», una rappresentativa antesignana dell'Under-21, che vinse la medaglia d'oro al torneo calcistico dei IV Giochi del Mediterraneo di Napoli. Zoff ricevette la prima convocazione in N azionale maggiore a 26 anni, durante le qualificazioni all'Europeo 1968. L'Italia, giunta agli spareggi che avrebbero designato le quattro partecipanti alla fase finale del torneo, doveva ribaltare il 3-2 con cui la Bulgaria si era imposta nella gara di andata a Sofia; il 26 aprile 1968 allo stadio San Paolo, il portiere si mostrò affidabile pur senza compiere grandi interventi, anzi stupendo i veterani della squadra per freddezza e lucidità messe in campo, e l'Italia ottenne la qualificazione imponendosi per 2-0. Nel giugno dello stesso anno, Zoff disputò da titolare la fase finale della competizione, al termine della quale l'Italia conquistò il primo titolo europeo della sua storia, battendo 2-0 la Jugoslavia nella ripetizione della finale, che si era conclusa 1-1; il portiere, i cui interventi nel primo atto della finale furono decisivi per mantenere la parità, sarà poi inserito nella squadra ideale del torneo. Al Mondiale 1970, concluso al secondo posto con l'Italia sconfitta solo dal Brasile in finale per 4-1, fece da dodicesimo ad Albertosi, neo campione d'Italia con il Cagliari con il quale aveva subìto solo 11 reti. Mancato l'accesso all'Europeo 1972 (Zoff, infortunato, non disputò lo spareggio-qualificazione perso contro il Belgio), sul finire dello stesso anno il portiere diede inizio a una striscia di imbattibilità che lo porterà a mantenere la porta inviolata per 1142 minuti (record assoluto per le nazionali di calcio), da Italia-Jugoslavia del 20 settembre 1972 ad Haiti-Italia del 15 giugno 1974: quest'ultima fu la gara d'esordio del Mondiale 1974 in Germania Ovest, dove un'Italia alla fine di un ciclo fu eliminata al primo turno. Il 20 novembre 1974 Zoff indossò per la prima volta la fascia da capitano, in una partita contro i Paesi Bassi valida per le qualificazioni all'Europeo 1976, cui l'Italia mancherà l'accesso come nell'edizione precedente; diverrà capitano a tutti gli effetti tre anni dopo, in seguito al ritiro dalla nazionale di Giacinto Facchetti. Zoff disputò poi il Mondiale 1978 in Argentina, concluso al quarto posto. L'Europeo 1980, con Zoff ancora titolare, vide l'Italia padrona di casa piazzarsi ancora al quarto posto, venendo sconfitta ai tiri di rigore dalla Cecoslovacchia nella finalina valida per il terzo posto. Il 17 ottobre 1981, nella gara contro la Jugoslavia valida per le qualificazioni al Mondiale 1982, eguagliò il record di presenze in Nazionale, precedentemente stabilito da Facchetti con 94 incontri; lo supererà nel successivo impegno del 14 novembre contro la Grecia. L'ultima grande competizione disputata da Zoff con la maglia della Nazionale fu il Mondiale 1982 in Spagna, una partecipazione che permise al portiere di stabilire alcuni primati: disputando il suo quarto torneo iridato eguagliò il record italiano di Enrico Albertosi e Gianni Rivera (poi pareggiato da altri giocatori e battuto nel 2014 da Gianluigi Buffon); nella partita d'esordio con la Polonia toccò inoltre la soglia delle 100 presenze in Nazionale, risultando il primo italiano a riuscirci. Dopo la vittoriosa finale contro la Germania Ovest (3-1), l'11 luglio a Madrid, in qualità di capitano fu Zoff ad alzare il trofeo della Coppa del Mondo, stabilendo altri due record: divenne infatti, all'età di 40 anni, il più anziano vincitore della competizione nonché il primo e unico italiano ad aver vinto un Mondiale e un Europeo. Il 29 maggio 1983, a 41 anni, Zoff scese in campo per l'ultima volta in azzurro, in Svezia-Italia (2-0) a Goteborg, sfida che coincise anche con l'ultima partita della sua carriera. Con 112 apparizioni Zoff è stato per 19 anni il detentore del record di presenze in Nazionale, battuto da Paolo Maldini nel 2000.

Dopo il ritiro, la carriera da allenatore

Alla fine della carriera agonistica Dino Zoff rimase inizialmente alla Juventus dove per la stagione 1983-1984 passò a ricoprire, all'interno dello staff tecnico di Giovanni Trapattoni, il ruolo di preparatore dei portieri occupandosi degli allenamenti della sua ex riserva Luciano Bodini e del neoacquisto Stefano Tacconi, quest'ultimo suo erede designato. Successivamente entrò nei ranghi tecnici della FIGC come selezionatore dell'Italia olimpica, che riuscì a qualificare nel 1988 ai Giochi di Seul 1988; qui gli azzurri, poi guidati in Corea del Sud da Francesco Rocca, chiusero il torneo olimpico al quarto posto. Zoff lasciò il ruolo di selezionatore della Nazionale olimpica nell'estate 1988, quando venne richiamato dalla Juventus, ingaggiato stavolta come tecnico della prima squadra. Guidò i bianconeri per le successive due stagioni, entrambe terminate al quarto posto del campionato: mentre la prima annata si rivelò globalmente anonima, nella successiva Zoff riportò la squadra torinese ai vertici dopo alcuni anni altalenanti, centrando il double continentale Coppa Italia-Coppa UEFA. In vista della stagione 1990-1991 il tecnico friulano assunse la guida della Lazio, con la quale ottenne nei primi due campionati dei piazzamenti di metà classifica, per poi riportare al suo terzo anno biancoceleste la squadra romana nelle coppe europee, dopo quasi quindici anni, grazie al quinto posto ottenuto nella stagione 1992/93. Lasciata la panchina al termine del campionato 1993/94, rimase nell'organigramma biancoceleste passando contestualmente a ricoprire la carica di presidente che mantenne ino al 1998. Nel mezzo, nella seconda metà della stagione 1996-1997 assunse anche il doppio incarico di presidente e allenatore, dopo l'esonero di Zeman: i capitolini, che in quel momento occupavano la dodicesima piazza in classifica, sotto la conduzione di Zoff conclusero poi il campionato al quarto posto. A seguito dell'eliminazione dell'Italia ai quarti di finale del Mondiale 1998, nel luglio seguente Zoff fu chiamato a sostituire l'esonerato Cesare Maldini come CT degli azzurri, con l'obiettivo di portare la Nazionale all'Europeo 2000 in Belgio e Paesi. Nell'estate 2000 gli azzurri raggiunsero l'ultimo atto del torneo, dopo avere peraltro eliminato in semifinale gli Oranje padroni di casa ai tiri di rigore. Nella finale contro la Francia, dopo essere passati in vantaggio al 55°minuto, gli italiani furono raggiunti sul pari dai Bleus nei minuti di recupero, e poi battuti nei tempi supplementari al golden gol.  Nei giorni seguenti la partita, Zoff fu apertamente criticato da Silvio Berlusconi, il quale criticò pubblicamente il CT per le sue scelte tattiche: in segno di protesta, Zoff reagì rassegnando le proprie dimissioni, "per dignità". Dopo essere tornato alla Lazio nel ruolo di vicepresidente, nel gennaio 2001 venne richiamato in panchina. Dopo una lunga serie di risultati utili consecutivi, a fine stagione ottenne un terzo posto, ma nella stagione seguente fu esonerato dopo poche settimane, causa un avvio sottotono, culminato nella sconfitta casalinga in Champions League contro i francesi del Nantes (1-3). Con 202 panchine, per i successivi diciannove anni è rimasto l'allenatore laziale con il maggior numero di presenze in competizioni ufficiali; tale record è stato superato nel 2020 da Simone Inzaghi.  Quattro anni dopo, come sua ultima appendice della carriera di allenatore, nel campionato 2004/05 ritornò in panchina con la Fiorentina, neopromossa in Serie A, subentrando in gennaio. Dino Zoff condusse la squadra viola alla salvezza, riuscendo ad avere la meglio nella volata finale su Bologna e Brescia. Al termine della stagione si ritirò definitivamente dal mondo del calcio.

Altri trofei

Calciatore

  • Giochi del Mediterraneo: 1 (1963)
  • Allenatore

  • Coppa Italia: 1 (1989/90)
  • Coppa UEFA: 1 (1989/90)
  • Seminatore d'oro: 1 (1990)
  •  

    CARRIERA CLUB

    StagioneSquadra
    Campionato
    CompPresReti
    Coppe Nazionali
    CompPresReti
    Coppe Continentali
    CompPresReti
    Altre Coppe
    CompPresReti
    Totali
    PresReti
    1961/62UdineseA4-94-9
    1962/63UdineseB36-45CI1-337-48
    1963/64MantovaA27-2527-25
    1964/65MantovaA32-37CI1-233-39
    1965/66MantovaB38-26CI1-239-28
    1966/67MantovaA34-23CI1-135-24
    1967/68NapoliA30-24CI2-2CdF4-736-33
    1968/69NapoliA30-25CI5-7CdF3-338-35
    1969/70NapoliA30-21CI3-3CdF6-639-30
    1970/71NapoliA30-17CI11-1341-30
    1971/72NapoliA23-23CI11-13CU2-236-38
    1972/73JuventusA30-22CI11-10CC9-550-37
    1973/74JuventusA30-26CI9-4CC2-4CInt1-142-35
    1974/75JuventusA30-19CI10-8CU10-1050-37
    1975/76JuventusA30-24CI4-4CC4-638-34
    1976/77JuventusA30-20CI5-2CU12-747-29
    1977/78JuventusA30-17CI4-2CC7-441-23
    1978/79JuventusA30-20CI9-7CC2-241-29
    1979/80JuventusA30-25CI4-1CdC8-542-31
    1980/81JuventusA30-15CI8-8CU4-8TC3-445-35
    1981/82JuventusA30-14CI4-4CC4-538-23
    1982/83JuventusA30-24CI6-8CC9-1045-42
    Redazione