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Barcellona, Laporta: “Leo voleva restare, ma il club è più importante…”

Mattia Fele

Si interrompe qui, oggi, una delle storie più belle del calcio. Messi lascerà il Barcellona e dovrà indossare una nuova casacca.

Lionel Messi è semplicemente il giocatore più forte al mondo, uno dei più grandi della Storia. La sua storia (d'amore) con il Barcellona si è conclusa ieri, con un comunicato freddo e lucido, spinto da motivazioni cartacee e burocratiche. La città catalana perde il suo più grande idolo, paragonabile al ritiro di Totti dalla Roma, all'addio di Maradona al Napoli e a pochi altri casi. L'argentino rimarrà per sempre legato ad una terra, ad una squadra che è espressione di un'identità collettiva fortissima (che in molti aspetti somiglia a quella napoletana, ndr). Nuovi orizzonti lo attendono, ma intanto c'è da elaborare una notizia che è decisamente marchio della fine di un'era.

Barcellona, Laporta: "Siamo tristi, ma abbiamo fatto la scelta migliore"

Questo un estratto dell'importante conferenza di Joan Laporta, il presidente del Barcellona, che ha voluto spiegare (per quanto possibile) l'addio del Diez:

"Buongiorno a tutti. Sono qui per spiegarvi la situazione di Leo Messi. Prima di tutto, devo dirvi che chi ci ha preceduto ha lasciato un'eredità nefasta. Questo fa sì che il monte stipendi rappresenti il 110% rispetto alle entrate del club, non abbiamo margine a livello salariale. La normativa de LaLiga prevede un fair play finanziario che impone dei limiti. Non abbiamo margine. Quando io e il mio staff abbiamo preso il comando del club, i numeri sembravano migliori. Tuttavia, sono di gran lunga peggiori del previsto. Le perdite previste sono molto più grandi, così come il debito più elevato.

Il nostro club ha 122 anni di storia e viene prima di qualsiasi giocatore, persino del miglior giocatore del mondo (non è vero, ndr). Saremo per sempre grati a Messi, ma il Barcellona viene prima di tutto il resto. L'unica via possibile sarebbe stata accettare un'operazione che non reputiamo per niente interessante (l'accordo LaLiga-CVC, ndr), sia per l'importo che per ciò che comporta: ipotecare mezzo secolo dei nostri diritti tv. Voglio precisare che Leo sarebbe voluto restare al Barça, noi stessi lo avremmo voluto e dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno negoziato in queste settimane sia a nome del club che del calciatore. La volontà era comune: andare avanti insieme".

Sul ricordo che Leo lascia

"Un ricordo eccellente, Leo qui ha fatto la storia ed è stato il giocatore con più successi del nostro club. È stato il simbolo di un periodo strepitoso per la storia del Barcellona. Oggi inizia una nuova era, perché ci sarà sempre un prima e un dopo Leo. Messi ci ha dato allegria ed entusiasmo, certe immagini resteranno scritte nei secoli. Come club gli saremo per sempre grati".

C'è ancora qualche speranza?

"Non voglio crearvi false aspettative. Il giocatore ha altre proposte e qui c'era un tempo limite, tanto per noi quanto per lui. Tutto ci fa pensare che il tema fair play non si sbloccherà. Leo deve valutare le altre opzioni che ha sul suo tavolo. Abbiamo negoziato per più di due mesi, passando per varie fasi: prima ci siamo accordati su un accordo biennale da pagare in cinque anni, poi su un accordo quinquennale che lui stesso aveva accettato. Messi ha i suoi piani, ma voleva restare al Barça minimo due anni. Tutti ci saremmo voluti godere ancora la sua magia, ma non è andata così. LaLiga ci aveva detto in modo abbastanza convincente che il contratto di 5 anni sarebbe potuto essere la soluzione giusta, ma dopo le ultime analisi che hanno fatto ci hanno fatto sapere che neanche quello sarebbe andato bene. Noi, i giocatori, l'allenatore, tutti siamo motivati ed esigenti affinché il Barcellona possa continuare ad avere successo anche senza Messi. Siamo tristi perché oggi perdiamo Messi e perché non possiamo omaggiarlo come si merita a causa del Covid, ma il Barcellona - ripeto - viene prima di qualsiasi altra cosa. Abbiamo 122 anni di storia e siamo convinti che anche il post-Messi sarà pieno di successi".

Sulla decisione presa

"Ormai da due giorni ero arrivato alla conclusione che sarebbe finita qui. Ieri ho avuto le ultime conversazioni col padre di Leo, sono stati mesi intensi a livello di trattative. La decisione è nostra, mia, per non mettere più in pericolo il Barcellona come club. Con LaLiga ci sono stati contatti quotidiani, a un certo punto eravamo davvero convinti di poter tesserare di nuovo Messi. Ma alla fine non è così...".

Sulla reazione di Leo

"Leo voleva restare, non è contento, ma così come noi si sta scontrando con la realtà. Non possiamo cambiare la realtà dei fatti. Credo che lui e la sua famiglia sappiano che auguro loro il meglio, sempre. Il Barça è la sua casa, Leo ci ha resi grandi come nessun altro aveva fatto prima".