La madre di Rabiot? Ha detto cose non vere, sono stato io a farlo capitano a Parigi e a interpormi ai tifosi parigini che gli tiravano le bottigliette. Sua madre dice che non gli ho dato una seconda chance come a Greenwood. Ma quelli di Greenwood erano fatti personali. Qui si parla di un comportamento sbagliato in un luogo di lavoro. È vero, abbaio, urlo in spogliatoio, ma sono il primo ad abbracciare i miei giocatori. Ho avuto più attenzione per suo figlio che per altri. Gli ho persino proposto di trasferirsi nella mia casa a Aix-en-Provence, e sarei andato in hotel. Voglio bene a Rabiot, doveva essere una decisione temporanea. Potevamo anche fare finta di niente, ma non perdo la dignità per una partita. È stata una decisione coraggiosa che approvo. Nei grandi club servono regole chiare che vanno rispettate. Rabiot è un bravo ragazzo, ma la situazione è stata gestita male dal suo entourage. Sarebbe stato normale tornare con le orecchie basse e chiedere scusa. E tutto sarebbe tornato nella normalità. Non abbiamo mai voluto una spaccatura definitiva. Adesso è possibile che parta. Non è facile giocare senza un giocatore del livello di Rabiot, ma cercheremo di completare la squadra. Ci aspettiamo 5-6 innesti da qui alla fine del mercato”.
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