Sono fuggite in Pakistan, insieme ai loro familiari, le calciatrici della nazionale giovanile afghana. Il governo di Islamabad ha concesso loro visti per motivi umanitari dopo la caduta dell'Afghanistan nelle mani dei Talebani, che le avevano minacciate perché praticavano uno sport.
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Afghanistan, la Nazionale di calcio femminile costretta a fuggire in Pakistan
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Le calciatrici avrebbero dovuto inizialmente raggiungere il Qatar, dove già si trovano migliaia di rifugiati afghani, ospitati in uno degli impianti realizzati per la Coppa del Mondo di calcio del prossimo anno, ma erano rimaste bloccate in Afghanistan dopo l'attentato del 26 agosto all'aeroporto di Kabul. Mentre la maggior parte della squadra nazionale femminile dell'Afghanistan era riuscita a partire l'ultima settimana di agosto dopo un accordo con il governo australiano, la squadra giovanile non era riuscita a lasciare il Paese per problemi di passaporti.
L'azione avviata da una ONG britannica
Da allora - si apprende da Rai News - le calciatrici si erano nascoste per sfuggire ai Talebani. Il ministro federale pakistano per l'informazione, Fawad Chaudhry, ha dato loro il benvenuto, precisando che "le giocatrici erano in possesso di passaporti afghani validi". L'azione per portare in Pakistan le 32 calciatrici - per un totale di 115 persone, comprese le loro famiglie - è stata avviata dalla ong britannica Football for Peace in collaborazione con il governo e la Federazione calcistica pakistana.
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