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Afghanistan, la Nazionale di calcio femminile costretta a fuggire in Pakistan

PARIS, FRANCE - SEPTEMBER 12: Men chant against the Taliban at a ceremony to mark the 20th anniversary of the death of Ahmad Shah Massoud, an Afghan politician, military leader and icon of resistance against the Taliban and Al Qaeda, on September 12, 2021 in Paris, France. Massoud was assassinated by two Al Qaeda suicide bombers posing as journalists on September 9, 2001, two days before the group undertook the infamous September 11 attacks on the New York World Trade Center. France had warm relationship with Massoud, hosting him April 2001, and naming a path after him in the Champs-Élysées park in Paris. Massoud was a powerful guerrilla commander during the resistance against the Soviet occupation of Afghanistan between 1979 and 1989. In the 1990s, he served as the defence minister for the Afghan government. After the Taliban's takeover in 1996 he was the leading opposition commander against their regime and their Al Qaeda allies until his assassination. His son Ahmad Massoud was until recently leading the last resistance to the Taliban as they retook control of Afghanistan following the withdrawal of US troops in August. (Photo by Sam Tarling/Getty Images)

Ecco cosa sta succedendo dall'altra parte del mondo

Giovanni Ibello

Sono fuggite in Pakistan, insieme ai loro familiari, le calciatrici della nazionale giovanile afghana. Il governo di Islamabad  ha concesso loro visti per motivi umanitari dopo la caduta dell'Afghanistan nelle mani dei Talebani, che le avevano minacciate  perché praticavano uno sport.

Afghanistan, le donne costrette a fuggire dalla morsa dei talebani

Le calciatrici avrebbero dovuto inizialmente raggiungere il Qatar, dove già si trovano migliaia di rifugiati afghani, ospitati in uno degli impianti realizzati per la Coppa del Mondo di calcio del  prossimo anno, ma erano rimaste bloccate in Afghanistan dopo l'attentato del 26 agosto all'aeroporto di Kabul. Mentre la maggior parte della squadra nazionale femminile  dell'Afghanistan era riuscita a partire l'ultima settimana di agosto dopo un accordo con il governo australiano, la squadra giovanile non era riuscita a lasciare il Paese per problemi di passaporti.

L'azione avviata da una ONG britannica

Da allora - si apprende da Rai News - le calciatrici si erano nascoste per sfuggire ai Talebani. Il ministro federale pakistano per l'informazione, Fawad Chaudhry, ha dato loro il benvenuto, precisando che "le giocatrici erano in possesso di passaporti afghani validi". L'azione per portare in Pakistan le 32 calciatrici - per un totale di 115 persone, comprese le loro famiglie - è stata avviata dalla ong  britannica Football for Peace in collaborazione con il governo e la  Federazione calcistica pakistana.