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ESCLUSIVA Renica: “Napoli da scudetto, Spalletti non impeccabile. Insigne? Addio non motivato”

Renica Maradona

In esclusiva ai nostri microfoni, Alessandro Renica, ex calciatore azzurro, ha parlato di differenti tematiche: dalla possibilità del Napoli di vincere lo scudetto alla sfida del Maradona con il Barça, passando attraverso i ricordi dell'uomo Diego

Edoardo Riccio

Iconico fu lo scudetto vinto dal Napoli nella stagione 1986-87, come iconici furono i calciatori protagonisti di quella cavalcata. Tra i ricordi di quell'anno e di Maradona ed uno sguardo rivolto all'attuale annata del Napoli, a fare da tramite ha funto quest'oggi Alessandro Renica, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni. L'ex calciatore ha analizzato l'andamento stagionale della squadra azzurra, evidenziando la possibilità di raggiungere determinati traguardi.

Renica: "Maradona è un mito, fortunato ad aver conosciuto l'uomo Diego"

maradona napoli

Buongiorno Alessandro! Questo Napoli sta sorprendendo un po' tutti ed è in corsa per lo scudetto, è l'obiettivo reale degli azzurri?

"Non mi ha sorpreso perché questa è una squadra di grande qualità; non è cambiato nulla negli ultimi anni, l'organico della rosa azzurra è lo stesso che stava combattendo lo scorso anno per la Champions e che due anni fa si è aggiudicato la Coppa Italia. A differenza delle rivali, il club campano, inoltre, è l'unico che è cambiato di meno: la Juve è ancora un cantiere aperto, l'Inter in estate ha ceduto Hakimi e Lukaku.

Per me il Napoli, dunque, era e resta una seria candidata allo scudetto, la conferma arriva dalle fondamenta poste lo scorso anno dalla squadra. Sabato ha sciupato una grande occasione con i nerazzurri, ma è ancora lì, ai vertici della classifica. Questo gruppo ha la maturità per raggiungere un traguardo incredibile".

E su Spalletti invece? L'ha sorpresa il suo operato?

"Ci sono dei lati positivi ed altri discutibili. Nel momento in cui sono venuti a mancare tasselli rilevanti della squadra, Spalletti è riuscito ad ottenere qualche risultato insperato, vedi le gare con il Milan e con la Juve.

D'altro canto, c'è da evidenziare l'aspetto secondo il quale che con gli avversari più deboli l'allenatore non è stato impeccabile, soprattutto l'eliminazione in Coppa Italia con la Fiorentina. 

Il bicchiere resta comunque più pieno che vuoto, ma sinceramente mi aspettavo qualcosa in più da Luciano, poiché avrebbe dovuto colmare l'inesperienza di Gattuso".

Con il Cagliari sarà una gara difficile, ma conquistare i tre punti sarebbe importante per la corsa scudetto e per il prossimo impegno con il Barcellona. Cosa si aspetta da questa gara?

"Non è il Cagliari del girone d'andata, ma è una squadra in serie positiva già da un mese. I rossoblu sono in palla e sarà un banco di prova fondamentale. Se il Napoli non dovesse fare risultato in Sardegna, la situazione si complicherebbe.

Gli azzurri sono in un momento particolare, ed avranno un fitto calendario, il quale giudicherà anche l'operato di Spalletti, poiché alla fine contano i risultati. I partenopei attendono da tanto una vittoria importante, la speranza esiste, ma è tutto da vedere. Non manca molto al termine del campionato, non si può più sbagliare perché non ci saranno possibilità di recuperare".

A proposito del gruppo azzurro, citare Osimhen è come citare la punta di diamante del Napoli, che dovrà dimostrare il suo valore. Cosa pensa di Victor?

"La sua storia è piuttosto particolare, interrotta da una serie di eventi sfortunati. Non mi sento di giudicare Victor: è un grande calciatore potenzialmente parlando, deve comunque migliorare e divenire esperto, ma solo il tempo ci dirà chi è realmente Osimhen. Merita ampiamente fiducia!".

Impossibile non citare Insigne: quanto ha influito la notizia del suo addio a fine stagione?

"Difficile esprimere il mio parere. Non sappiamo se sarà un bene o un male, ma ai miei tempi queste situazioni si gestivano in modo diverso, non so ora cosa succederà. Sostengo, però, che, se fossi stata la società, non avrei ceduto un giocatore del calibro di Lorenzo.

In alcune circostanze, i presidenti dovrebbero offrire delle spiegazioni più dettagliate e motivare alcune decisioni. Non bisogna stare zitti, creare delle polemiche inutili a volte è anche triste".

Dopo il Cagliari, il Napoli dovrà affrontare il Barcellona al Maradona per uno strano scherzo del destino. Cosa pensa di questa gara?

"Il problema dipenderà dal Napoli come arriva a giovedì, perché il mondo del calcio è condizionato da una serie di fattori. Gli azzurri hanno ottime chances di passare il turno, ma bisogna attendere oggi per sapere come arriveranno al Maradona con il Barça".

Se il Napoli dovesse vincere, sarà un successo nel nome di Maradona...

"Maradona è qualcosa che carica un po' tutti, penso alla gara con la Lazio nel triste giorno dell'anniversario della leggenda argentina. Durante quella partita, il Napoli assomigliava al Barcellona di Guardiola. È stata la prima gara che ho visto allo stadio dopo 30 anni, sono stato invitato da De Laurentiis e sono stato scioccato dall'andamento del match.

Recupero palla veloce, possesso palla dinamico, geometrico, soluzioni di gioco pazzesche: gli azzurri sembravano degli extraterrestri! Mertens quella sera assomigliava a Diego...".

Sono intense le sue emozioni quando sente citare Diego. Come mai?

"Conosco bene il legame tra la città e questa figura. Anche quando hanno dato la cittadinanza onoraria a Diego, tornai a piedi da Piazza Plebiscito e sono stato circondato da una cinquantina di ragazzi. Mi fecero una gran festa e fui sorpreso perché mi conoscevano. È stata una grande emozione, perché è bello essere ricordati da generazioni anche distanti, da persone che non erano neppure nate. Comunque Maradona è un mito, resta nella mitologia, non solo per Napoli, ma per tutti. I bambini impazziscono ancora oggi, perché questa personalità suscita qualcosa di inspiegabile.

Per me non è Maradona, ma 'Diego', perché ho avuto la fortuna di conoscere e giocare con un giocatore eccellente, ma soprattutto l'onore di incontrare un grande uomo. Purtroppo non viene ancora raccontata la grandezza della sua persona, e questo mi dà fastidio perché bisogna descrivere Diego per quello che è stato. Alcuni ciarlatani scrivono di un uomo che non hanno mai conosciuto, quasi l'opposto. Non accetto la malafede e la speculazione, anche se sono in tanti che attaccano Diego per un loro tornaconto".

Napoli è fantastica, però spesso...

"Spesso a Napoli si tende a non difendere e a mettere in pasto ai media qualsiasi individuo. Anche Maradona quando ha lasciato la città, è scappato come un ladro, non c'era nessuno lì con lui. Questo è un meccanismo che funziona purtroppo nel calcio. Attualmente, anche Osimhen è coinvolto in questo procedimento, per non parlare di Insigne: sono considerati a volte fenomeni, altre pippe".

Quali sono i suoi progetti futuri?

"Io ho fondato 'Le leggende del Napoli', un'associazione nella quale ho inserito anche alcuni miei vecchi compagni. Abbiamo tante iniziative da promuovere, per dimostrare anche quanto Napoli abbia una storia importante ed ha avuto la fortuna di avere il giocatore più grande di tutti i tempi. Sarebbe un peccato non riportare alla luce eventi calcistici rilevanti per questa città".

A cura di Edoardo Riccio

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