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Onofri: “Ecco il difetto del Genoa. Il Napoli può ripetersi, ma c’è una differenza”

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L'ex giocatore del Genoa ed attuale noto opinionista ha rilasciato un'interessante intervista ai nostri microfoni sul momento del Genoa e del Napoli: prossime avversarie in campionato dopo la pausa nazionali
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Claudio Onofri è nato a Roma ed è calcisticamente cresciuto nel Torino, per poi diventare bandiera del Genoa e capitano simbolo della storia del Grifone. Oggi è uno stimato opinionista con i piedi ben saldi in terra per umiltà e ancora tanto entusiasmo per il gioco del pallone, con visione moderna e idee mai banali per quanto concerne soprattutto il nostro campionato. Quest'oggi, l'ex genoano d'adozione si è concesso ai nostri microfoni e ha commentato l'avvio di Gilardino e quello di Garcia, entrambe squadre - che si affronteranno dopo la pausa nazionali - che cercano in qualche maniera loro stesse e il loro percorso. Di seguito l'intervento completo.

Genoa e Napoli: squadre a "lavori in corso"

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La prima è sul Genoa. Una squadra ad oggi con buone individualità, abbastanza solida. L'impressione è che non abbia espresso tutto ciò che può: che ruolo avrà in questa stagione?


«Il Genoa è sicuramente una squadra che è stata rinforzata rispetto all'anno scorso, dove già comunque aveva un organico importante per la Serie B. L'arrivo di Messias, di Malinovskyi e via dicendo hanno corredato una rosa che ovviamente può determinarsi in questo campionato come una concorrente direi tranquilla per la salvezza. Questo è l'iter che dovrà percorrere secondo me, pur ammettendo che non sarà facile dato l'equilibrio di questo campionato. Ci sono Salernitana e altre squadre che hanno fatto acquisti determinanti in questo senso lì dietro».

In questo senso sarà importante avere una guida all'altezza.

«Gilardino l'anno scorso ha fatto tutto ciò che doveva entrando in corso d'opera in una situazione difficile. Non si è attenuto al suo modo di pensare calcio ma ha solo continuato il percorso precedente provando ad aggiungere qualcosa, migliorandolo attraverso cambi di uomini e di modulo. Tutto ciò ha rilevato un budget importantissimo a livello di risultati, determinando così la promozione. Non era scontato dopo esser subentrato così a Blessin».

Gilardino dichiarò che le grandi imprese si compiono con tre elementi: tattica, gioco e psicologia.

«Dovrà svilupparsi ancora, crescere e non sarà facile. Non ha ancora effettuato o trasmesso un'idea sua di gioco fissa e identitaria, per cui continuare ad allenarsi in quel modo e poi memorizzare il tutto per quanto riguarda la domenica. Le difficoltà che ha trovato sul suo cammino sono state importanti: quest'anno, per esempio, alcuni nuovi arrivi fanno parte della rosa da troppo poco e altri non sono ancora stati schierati come Messias e De Winter. Dovrà trovare il suo personale filo logico. Nelle ultime partite ha cambiato due volte modulo, prima a 5 e poi a 4 e poi di nuovo a 5. Io preferisco allenatori che hanno un principio di gioco che venga trasmesso e poi interiorizzato, lui però non ha avuto il supporto in questo senso per poterlo fare subito. Vedremo quello che succederà e di conseguenza potrà fare bene. Credo che possa fare in generale una buona carriera.»

La prossima è contro il Napoli che però viene da una strana sconfitta. Che partita può venir fuori?

«Genoa-Napoli può sembrare scontata sulla carta, anche perché come detto il Genoa è alla ricerca dell'asset più confacente alle qualità della propria rosa. Vorrà però rifarsi della brutta sconfitta in casa contro la Fiorentina e sono certo che non sarà semplice giocare per il Napoli sotto la spinta del popolo rossoblù. La vittoria con la Lazio è stata poi meritata nella giornata successiva, quindi qualche miglioramento c'è stato e va considerato che la squadra era riuscita a tenere in equilibrio un'avversaria che poi ha vinto proprio a Napoli. A Torino più o meno è stato lo stesso con un rapporto di forze diverso, i granata non sono quasi mai risultati pericolosi. Il difetto è stato rattrappirsi nella propria metà campo e tenere pochissimo la palla: il possesso palla non è essenziale certamente, ma è pur vero che se hai tu la palla gli altri non possono farti gol. Vedendo questo percorso, anche Garcia saprà benissimo che non sarà una passeggiata bucare la difesa di Gilardino».

Il secondo tempo del Napoli contro la Lazio però è stato preoccupante: sfilacciati, allungati e anche con pochi tiri in porta all'attivo dal gol di Kamada in poi. Che momento è quello del Napoli? 

«Bisogna riconoscere che la Lazio è una squadra che fino a quel momento non era stata brillante, però ha un allenatore come Sarri che determina proprio quell'identità di cui parlavo prima. Uno spartito che si ripete e si ripete e fa sì che si crei un calcio a memoria che migliora tutte le individualità in campo. Cambiare allenatore per il Napoli può aver inciso, anche se devo riconoscere che Garcia sta un po' ripercorrendo il territorio di Spalletti senza cambiare troppo qualcosa che comunque ha entusiasmato e vinto. Ha ceduto Kim che però non può essere così determinante a livello di gruppo e di risultati, quindi per me il Napoli può ripetersi. Poi è certo che non sarà lo stesso campionato dominato dell'anno scorso, anche perché Inter e Milan hanno fatto un mercato importante e sono squadre molto forti, credo possano equilibrare la stagione rispetto a quanto abbiamo visto nell'annata passata».

C'è divisione anche sul tema calcio italiano. È migliorato? Peggiorato? Chi può dare realmente fastidio al Napoli per la corsa al titolo?

«Sto intravedendo un rinnovamento nel nostro calcio, attraverso l'acquisizione di concetti di gioco dettati da giovani allenatori - anche quelli che guidano squadre di medio-piccolo livello - che non si basano solo sul risultato per poter analizzare una partita. Il come ottenerlo determina una valorizzazione importante del contesto stesso. Io faccio sempre l'esempio di Gasperini, che quando prende in mano una squadra ha dei giocatori che valgono tot e alla fine della stagione nel 99% dei casi questi sono cresciuti dal punto di vista tecnico ed economico. Credo appunto che ci sia questo miglioramento e mi piace vedere le partite pur non essendo tifoso di una squadra o dell'altra. Ci sono tante altre squadre che mi piacciono, però il Milan - se devo fare un pronostico - è una delle tre squadre più forti, forse quella che mi intriga di più».

Di Mattia Fele

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