calcionapoli1926 esclusive Frustalupi: “Lanciai Ambrosino e Vergara. Esultanza col City pazzesca, lo disse anche Touré”

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Frustalupi: “Lanciai Ambrosino e Vergara. Esultanza col City pazzesca, lo disse anche Touré”

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L'allenatore si è raccontato ai nostri microfoni, è stato a Napoli in più fasi della sua carriera: dagli anni da vice di Mazzarri all'esperienza con la Primavera
Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 

Nicolò Frustalupi, in fondo, è un po' napoletano: è stato sulla panchina del Napoli in varie vesti. Dall'esperienza in Primavera a quelle accanto a Walter Mazzarri. Ha attraversato vari fasi dell'era De Laurentiis, tra tutte l'emozione di riportare in Champions il Napoli dopo decenni. Ora il mister è pronto a rimettersi in gioco. In esclusiva ai nostri microfoni ha raccontato le emozioni della Champions e le sfide col Manchester City, ma anche la crescita dei giovani azzurri, su tutti Ambrosino e Vergara. Di seguito l'intervista.

Frustalupi: "Lanciai Vergara e Ambrosino, prima non giocavano! Quando io e Mazzarri tornammo a Napoli c'erano problemi difficili da risolvere. Delle sfide col Manchester ricordo l'esultanza di Cavani"

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È abbastanza scontato pensare che il Napoli oggi giochi la Champions, ma all’epoca quando c’eravate lei e Mazzarri non era scontato.


"La situazione è diversa. Il Napoli ha vinto due scudetti negli ultimi tre anni e ha partecipato costantemente alla Champions negli ultimi 10 anni. Se non era Champions era Europa League, e quindi ha un’esperienza sia ambientale, sia della società ma anche dei calciatori, completamente diversa. Quindi è normale che il Napoli faccia la Champions League. Diciamo quando invece c'eravamo noi, era la prima qualificazione in Champions dell'era De Laurentiis, non accadeva dai tempi di Maradona. Ricordo che c’era un entusiasmo nel nell’ambiente incontenibile. Mi ricordo benissimo lo stadio che era una vera bolgia, perché per i tifosi del Napoli dopo tutti quegli anni che aspettavano di partecipare alla Champions era un qualcosa di eccezionale. La squadra era praticamente fatta da tutti esordienti e quindi era un evento eccezionale".

C’era la percezione di aver fatto qualcosa di straordinario? Non credo che gli obiettivi fossero quelli.

"Penso che questa è una cosa che non ci si dice mai. Noi ci siamo qualificati il secondo anno, il primo anno siamo subentrati dopo sette giornate e siamo arrivati sesti partendo da una posizione chiaramente molto bassa perché insomma, se c’era stato un esonero voleva dire che le cose non andavano bene. Quindi già il primo anno la qualificazione in Europa League è stato un grande percorso. Il secondo anno siamo arrivati terzi e ci siamo qualificati alla Champions, era tutto un crescendo di emozioni e un crescere della squadra. La qualificazione in Champions League era vista come un obiettivo incredibile che avevamo che avevamo raggiunto. Poi quando ci eravamo dentro la nostra ambizione era prima di tutto passare i gironi e noi abbiamo giocato col Manchester City nel girone, andata e ritorno, a quei tempi erano sei partite e siamo riusciti a qualificarsi proprio grazie al pareggio a Manchester e alla vittoria in casa".

Che ricordi ha di quella partita in trasferta a Manchester?

"Mi ricordo che c’era stato un grande seguito di tifosi, come sempre i sostenitori del Napoli seguono la squadra con grande grande passione. Mi ricordo il gol di Cavani e la sua esultanza sotto il settore ospiti. Poi, purtroppo, ci pareggiarono quasi subito su punizione con Kolarov. Mi ricordo una grande partita in uno stadio incredibile, insomma sapete la bellezza degli degli stadi inglesi e del tifo che c’è. L’ambiente era tutto una festa, un’emozione per noi e per i calciatori, è stata veramente una bellissima esperienza quel girone. Poi abbiamo anche giocato col Bayern e ci siamo qualificati con la vittoria sul Villarreal. Riuscire a passare il girone con dentro Manchester City e Bayern Monaco è stato veramente una cosa eccezionale. Stessa cosa al San Paolo, lo disse anche Yaya Tourè! Gli tremavano le gambe".

Lei è tornato a Napoli in varie situazioni, anche in varie vesti. Quando è ritornato poi  nuovamente insieme a mister Mazzarri eravate già due persone abituate a certi palcoscenici però ovviamente la situazione trovata era diversa

"Se parliamo della Champions, c’è da dire noi siamo tornati dopo più di 10 anni e il Napoli sicuramente era una squadra molto più esperta sia a livello di Champions che di campionato. Aveva appena vinto lo scudetto. In Champions, nel nostro breve periodo, abbiamo passato il turno vincendo in casa col Braga. Prima abbiamo in casa del Real Madrid, eravamo arrivati da pochissimo. Abbiamo fatto il nostro dovere, è chiaro che la situazione in cui siamo arrivati non era facile, perché dopo lo scudetto c’era stato il cambio di allenatore. Se vogliamo parlare di quell'annata, c’è stato prima di tutto un mercato sbagliato con acquisti, non per quanto riguarda il valore dei ragazzi che erano arrivati a sostituire Kim, Lozano e Ndombele, ma sono arrivati Cajuste, Lindstrom e Natan, tutti i ragazzi che non avevano esperienza per poter giocare in una squadra che aveva vinto lo scudetto. Era andati via due titolari più diciamo il 13º uomo, oltre a Elmas. Infatti poi sono stati mandati in prestito in club con obiettivi un po’ più bassi rispetto rispetto a quelli della Napoli. Credo che il primo errore sia stato quello, ma l’ha detto anche il presidente. Poi noi siamo arrivati in una situazione in cui un po’ l’ambiente non era contento. C’erano problemi coi contratti, come ad esempio Zielinski che noi praticamente non abbiamo avuto a disposizione perché c’era questo problema del rinnovo che poi non infatti non è arrivato. C’era lo stesso problema con Osimhen, che cercava questo rinnovo, e lo stesso è accaduto con Kvara nonostante con noi ha avuto un buon rendimento. Elmas lo abbiamo avuto un mese, è andato via a dicembre. Poi anche la Coppa d'Africa con Anguissa e Osimhen quasi mai avuti a disposizione. Quelle poche gare in cui abbiamo avuto Victor le abbiamo vinte, tranne a Roma. Lui era fondamentale. Poi la squadra si è demoralizzata".

Poi è arrivata la beffarda Supercoppa...

"Non è stata una gestione semplice da subentrati giocare ogni tre giorni e non è stato molto facile, a differenza di 10 anni prima, che quando subentrammo c’era stata la sosta e poi la squadra comunque giocava una volta a settimana. Era tutto molto diverso. In Supercoppa abbiamo fatto un'ottima partita contro la Fiorentina passando la semifinale. Secondo me abbiamo giocato alla pari con l’Inter in finale fino al all'espulsione di Simeone. Come chiaramente tutti ricordano la Supercoppa di Pechino con l’espulsione di Pandev, lì è cambiata da partita e e alla fine negli ultimi minuti proprio l’Inter è riuscito a far gol e a portarsi a casa la Supercoppa. Credo che insomma la partita era stata giocata più che alla pari. Se non fossimo rimasti in 10..."

A Napoli lei ha allenato anche la Primavera, ha lanciato Ambrosino e Vergara!

"Che Ambrosino e Vergara siano in prima squadra mi fa molto piacere. Ambrosino fino all'anno prima del mio arrivo non era stato mai convocato in Nazionale e non aveva nemmeno segnato tanti goal in Primavera 2. Ho visto delle doti in lui e spero di averlo aiutato a tirarle fuori. Ha fatto 20 goal ed è stato capocannoniere nonostante la nostra squadra non fosse una di quelle di vertice, quindi è stato bravissimo ed è stato determinante per la nostra stagione. Sono molto contento per lui e spero che si riesca ritagliarsi un pochino di spazio ma non sarà facile perché davanti ha Hojlund e Lucca, poi tornerà Lukaku. Potrebbe avere qualche occasione nei minuti finali quando servirà peso in avanti. Nelle stagioni in cui ha giocato in Serie B non ha fatto tanti goal ma ha giocato anche in posizioni un po’ diverse. Secondo me lui è un attaccante centrale che deve stare più vicino possibile alla porta perché secondo me ha senso del goal e calcia bene sia di destro che di sinistro. Anche di testa si fa rispettare quindi per me deve giocare vicino alla porta. Ambrosino ha giocato in Serie B a Frosinone ha giocato con continuità ma non ha fatto tanti gol. Ha giocato con la Nazionale e da quando l’ho fatto giocare centravanti in Primavera lui ha frequentato le nazionali Under 19 e Under 20 e Under 21. Quindi un’esperienza molto importante, ora però nel Napoli difficilmente troverà spazio, poi magari a gennaio andrà a giocare col ritorno di Lukaku: Per Vergara invece quando sono arrivato in Primavera sapevo che giocava spesso sull’esterno e si alternava, non era un titolare fisso della Primavera. Io l'ho sempre fatto giocare e lo reputavo un giocatore che doveva stare più vicino alla porta, quindi un trequartista. In una recente intervista ha detto che si trova bene proprio in quel ruolo lì e mi fa piacere che insomma avevo azzeccato le caratteristiche, perché secondo me è un ragazzo che ha qualità e può saltare l’uomo, può fare l’assist, può fare goal e quindi più vicino alla porta può essere determinante rispetto a giocare sulla fascia o comunque più arretrato. Lui è duttile, fa vari ruoli, ma le sue caratteristiche sono quelle di stare vicino alla porta. Ha resistenza e dà una mano anche in fase difensiva. Ancora è troppo irruento, ma è giovane (ride ndr). Lui potrebbe avere più possibilità di giocare rispetto ad Ambrosino perché può giocare in diversi ruoli, quindi magari avrà più occasioni. 

Per il suo futuro in panchina, che obiettivi ha? Pronto a rimettersi in gioco?

"Ho una grande voglia di lavorare di allenare, che sia da secondo o che sia in prima persona, mi piacerebbe molto. Bisogna trovare la situazione giusta, mi piacerebbe molto allenare i giovani perché mi sono trovato bene con i ragazzi, ma ma con i professionisti. Non faccio una questione di categoria o di giovani, mi piacerebbe trovare un progetto dove ci sono le idee chiare, dove ci sono persone che capiscono di calcio con le quali puoi confrontarti. Una sfida stimolante. Ho avuto qualche contatto, ma tutte cose poco chiare. Poi paga l'allenatore, quindi ora meglio stare fermi".

A cura di Giovanni Frezzetti

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