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ESCLUSIVA Scotto: “Napoli, ora all-in sull’EL! ADL punti su tecnico vincente. Su Meluso…”

scotto napoli
Le parole dell'esperto di mercato
Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 

Giovanni Scotto, firma del quotidiano il Roma ed esperto di calciomercato, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per condividere con i lettori di CalcioNapoli1926 le sue riflessioni sul momento del Napoli, sugli obiettivi ancora perseguibili e sul futuro azzurro dopo la deludente stagione che si avvia alla chiusura. Ecco le sue parole: «»

Quale obiettivo dopo la sconfitta con l'Atalanta?«La rincorsa del Napoli al posto Champions era già ampiamente compromessa dopo il pareggio con l'Inter. Un risultato che è stato accolto perfino con un certo entusiasmo. Eppure il Napoli aveva perso punti sia dal Bologna che dalla Roma. Con l'Atalanta c'era la possibilità di lasciare accesa una minima speranza. Adesso l'obiettivo può considerarsi sfumato ed è già tempo di bilanci. Per quanto riguarda le prossime otto il Napoli è pienamente in corsa per l'Europa League, e ci sarebbe anche la Conference. Non centrare l'Europa sarebbe un disastro clamoroso, ma ormai mi aspetto di tutto».


In che modo vanno ripartite le responsabilità di un fallimento di tale portata?«Le responsabilità vanno ripartite in parti uguali tra la società e i tre allenatori. Il presidente non ne ha indovinata una, ma è altrettanto vero che tutti coloro ai quali ha chiesto qualcosa hanno fallito. Credo che un minimo di onestà intellettuale debba portare a rivedere i giudizi su Garcia. Le sue colpe sono indubbie, e resto convinto che meritava l'esonero, però se oggi rimpiangiamo quel Napoli (lasciato al quarto posto e con la miglior media punti stagionale) si impone una riflessione. Di certo la soluzione non era chiamare Mazzarri al suo posto».

Da cosa (e chi) ripartire per tornare competitivi?«De Laurentiis deve tornare dietro le quinte, e limitarsi a scegliere i suoi collaboratori e valutarne l'operato. Possibilmente dovrebbe limitare al minimo gli interventi pubblici e le interviste, tornare a un profilo basso che spesso ha avuto e di cui tutto l'ambiente beneficia. Chiavelli, i suoi stretti collaboratori e consiglieri vanno allontanati da qualsiasi decisione di stampo tecnico-sportivo. Occorre scegliere un ds forte che si prenda la responsabilità della conduzione tecnica, e quindi un allenatore di livello. L'ideale sarebbe un carismatico e un vincente, come Conte o Klopp. Altrimenti va bene un tecnico ambizioso e che proponga un calcio propositivo e moderno, in grado di migliorare i calciatori. E a tal proposito vanno allontanati i giocatori che si sentono arrivati. Sicuramente ce ne sono più di uno».

Permanenza Meluso o spazio ad un altro DS e, in quest’ultimo caso, su chi punteresti?«Meluso è il ds del Napoli solo dal punto di vista formale. E' arrivato a giochi fatti e si è limitato a una sorta di ruolo di rappresentanza della società, sia in pubblico che nello spogliatoio. Possiamo giudicarlo solo dalle interviste, dove è apparso sempre saggio, misurato e con una visione d'insieme equilibrata. Ha provato a dare qualche suggerimento sul mercato, ma mi risulta che non siano arrivati i giocatori da lui indicati. Secondo me con un ruolo da vero direttore sportivo, dopo un anno di esperienza e di conoscenza dell'ambiente, può restare. Meriterebbe una chance. A patto di avere veri poteri e non solo di rappresentanza. In alternativa un ds come Massara può essere l'uomo giusto, ha visione internazionale e una mentalità moderna. Ha costruito il Milan dello scudetto con Maldini».

Che mercato aspettarsi da parte del Napoli?«De Laurentiis è stato rassicurato: i 120 milioni di Osimhen arriveranno, credo dal Paris Saint Germain. Questi soldi compenseranno i mancati introiti Champions e parzialmente quelli del Mondiale per Club. Non credo che la società investirà cifre esagerate: il disastroso campionato gli potrà almeno consentire di impostare una ricostruzione più di prospettiva, non ci sarà la pressione di lottare per lo scudetto. Questo può consentire di puntare su giocatori giovani e relativamente poco conosciuti, come il Napoli ama fare da sempre».

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