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Esclusiva – Chiariello: “Meret è tra i più forti in Europa. Ecco il punto debole del Toro”

Giuseppe Ferrara

In esclusiva ai nostri microfoni il noto giornalista Umberto Chiariello

La stagione appena cominciata può rappresentare la consacrazione definitiva del Napoli. Per analizzare al meglio l'attuale stagione dei partenopei, in esclusiva ai nostri microfoni è intervenuto Umberto Chiariello, noto giornalista napoletano.

Chiariello: "Meret è tra i più forti in Europa nel suo ruolo, Lobotka è insostituibile"

 

Credo sia opportuno partire da Raspadori. Secondo lei i gol segnati con la maglia dell'Italia possono essere una vera e propria iniezione di fiducia per il neo acquisto azzurro?

"Sono molto importanti, ma non fondamentali. La rete con l'Inghilterra è prestigiosa, quella contro l'Ungheria è stato decisiva per la qualificazione alla Final Four. Ma il gol di Raspadori che cambia la stagione del calciatore e dell'intera squadra è quello contro lo Spezia".

In questo inizio di campionato, abbiamo visto tante gare ravvicinate e allo stesso tempo tanti calciatori infortunati, secondo lei quanto può incidere la sosta per le nazionali sulla forma del Napoli?

"Il Napoli questa volta è riuscito a salvarsi dagli infortuni. Piuttosto vanno sottolineate le prestazioni degli attaccanti come Raspadori e Kvaratskhelia. Il Milan è uscito con le ossa rotte perdendo Maignan, punto cardine per i rossoneri e lo stesso discorso è legato all'Inter che ha perso un centrocampista come Brozovic. Le nazionali hanno sempre segnato gravi conseguenze sui campionati, basti ripensare all'infortunio di Milik con la Polonia".

Ormai è risaputo che lei è un grande estimatore di Meret, in questa nuova stagione si aspettava una rivalsa così valida del portiere azzurro?

"Ho sperato fino all'ultimo che Navas non arrivasse, nonostante la tanta esperienza che avrebbe fornito al Napoli. Fino all'ultimo ho pensato che se gli azzurri avessero cominciato il campionato con la coppia Sirigu-Meret, quest'ultimo avrebbe fatto parlare solo il campo. L'estremo difensore partenopeo, se gioca con continuità, è tra i portieri più forti d'Europa in un anno".

Analizzando un altro reparto fondamentale per il Napoli di Spalletti, secondo lei qual'è il vero pilastro del centrocampo?

"Ci sono tre calciatori che si combinano perfettamente per caratteristiche fisiche, tecniche e tattiche. Anguissa mi ricorda Rijkaard, è un calciatore con fisicità e tecnica allo stesso tempo. Riesce a garantire all'intero reparto equilibrio, corsa e tanti centimetri. Zielinski rappresenta il calciatore estroso, capace di inserirsi per il gol ed essere pericoloso in attacco. Ma il vero imprescindibile è Stanislav Lobotka che attualmente è il miglior metodista in circolazione. Riesce a far girare l'intera squadra con la velocità del pensiero ed al momento è insostituibile sulla mediana".

Proiettandoci verso la ripresa della Serie A, il Napoli sfiderà il Torino in una gara tutt'altro che facile. Secondo lei qual'è il punto di forza della squadra di Juric? 

"Io conosco qual è il punto debole: non ha un attaccante degno di questo nome. Sulla trequarti riesce ad essere pericoloso e potrebbe creare problemi al Napoli con Vlasic, Seck e Miranchuk. In difesa ha perso un leader come Bremer. Per i pali invece ha recuperato Milinkovic Savic che è un buon portiere, ma con limiti molto evidenti. Non è molto agile, quindi i tiri rasoterra potrebbero recapitargli più di qualche problema. Di certo non è un Torino imbattibile, ma bisogna stare attenti che potrebbe scappare un pareggio al Maradona. Juric è un allenatore che non gioca bene, ma fa giocare male gli avversari".

Il Napoli in estate ha salutato diversi leader come Insigne, Mertens e Koulibaly. Non a caso, il nuovo capitano è diventato Di Lorenzo. Secondo lei, è un calciatore che può essere un punto di riferimento all'interno dello spogliatoio?

"Il terzino destro è un leader silenzioso, non uno alla Ibrahimovic per capirci. Mi ricorda molto Bruscolotti. Fa sentire il suo peso specifico all'interno dello spogliatoio e i compagni lo riconoscono come capitano. In passato ha militato nelle serie inferiori è nessuno si aspettava diventasse campione d'Europa quando vestiva le maglie di Reggina e Matera. Di Lorenzo fa il capitano con l'esempio e quest'ultimi sono sempre importanti".

Analizzando le scelte di Spalletti nelle ultime uscite, abbiamo visto spesso l'alternanza tra Politano e Lozano sulla fascia destra. Secondo lei, questa concorrenza può spronare o penalizzare uno dei due?

"Questo è uno dei pochi casi dove la concorrenza fa davvero bene. Uno gioca un'ora e l'altro meno. Quest'ultimo quando subentra può sfruttare il lavoro del compagno riuscendo ad essere una spina nel fianco per il difensore avversario. La stessa cosa è capitata con Simeone e Raspadori, colui che subentrava andava a segno. Per vincere bisogna avere una rosa con le coppie di pari livello, questo è ciò che possiede una grande squadra".

Tirando le somme e facendo chiarezza sugli obiettivi del club azzurro, secondo lei, questo Napoli è più o meno competitivo rispetto alla stagione scorsa?

"Io penso che questa squadra sia più competitiva rispetto all'anno scorso. L'entusiasmo dei nuovi, la mancanza dei giocatori vicino alla scadenza, la fame presente all'interno del gruppo e gli acquisti mirati sono tutti fattori decisivi per la stagione in corso. Al momento, Kvara paragonato all'Insigne ultima maniera riesce ad essere più decisivo. Lo stesso discorso vale per Kim che sta dando più di Koulibaly, il quale ha disputato una seconda parte di stagione non all'altezza. Spesso, non vanno guardati i nomi ma il rendimento degli uomini che scendono in campo. Il Napoli possiede ampi margini di miglioramento ed oltre a riconfermare il terzo posto dello scorso campionato si potrebbe fare qualcosa in più".

A cura di Giuseppe Ferrara in collaborazione con Leonardo Litterio

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