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ESCLUSIVA Chiariello: “Napoli? Zero obiettivi. ADL ha sbagliato tutto. Ecco da chi ripartire”

Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 
Le parole del noto giornalista ai nostri microfoni

Umberto Chiariello, direttore di Un calcio alla Radio e Campania Sport, è intervenuto ai nostri microfoni per analizzare la stagione del Napoli e le prospettive del club azzurro dopo la determinante sconfitta casalinga contro l'Atalanta. Di seguito le parole di Chiariello:

Il Napoli fallisce contro l'Atalanta la prima delle 9 finali che avrebbero dovuto condurre alla Champions, quale obiettivo concretamente realizzabile per gli azzurri?«Non ci sono più obiettivi. Con la sconfitta ad opera degli orobici il Napoli perde in un colpo solo il treno Champions ed Europa League. Resta mestamente il settimo posto buono per la Conference che sarebbe paradossalmente da evitare se non fosse per il ranking necessario per la prossima Coppa del Mondo del 2029».

Garcia, dopo la debacle casalinga contro gli orobici, è l’allenatore che quest’anno ha ottenuto la migliore media punti sulla panchina del Napoli: in che modo vanno ripartite le responsabilità di un fallimento di tale portata?«Dei tre allenatori quello più improponibile si è rivelato Mazzarri, un allenatore difensivista superato dai tempi, con una media punti scandalosa. Tuttavia ha degli alibi importanti: non ha quasi mai avuto a disposizione Osimhen e soprattutto ha ereditato una squadra disastrata sul piano fisico e mentale. Garcia è il maggior responsabile del disastro tecnico soprattutto perché si è portato appresso quel prof. Rongoni che ha significato l’allontanamento di Sinatti. Ed il problema fisico è stato determinante. Il francese si è rivelato l’uomo sbagliato nel posto sbagliato; resta Calzona, che non poteva fare miracoli ma tuttavia ha palesato anch’egli limiti di lettura di partita preoccupanti. Ma in definitiva il massimo responsabile è chi ha scelto i tecnici, De Laurentiis che quest’anno le ha sbagliate tutte, consigliato malissimo da Micheli che ha molte responsabilità anch’egli, specie sui due mercati del Napoli».

In mancanza della Champions, come rifondare il Napoli, da cosa (e chi) ripartire per tornare competitivi e mantenere alte le ambizioni?«De Laurentiis deve ripartire da 3 giocatori-chiave, blindandoli da eventuali sirene europee: Capitan Di Lorenzo, Lobotka e Kvara. Deve riportare a casa Folorunsho e Gaetano, rifondare la difesa ed il centrocampo attorno allo slovacco, provare a capire in queste ultime 8 partite chi merita di appartenere al Napoli del futuro tra Ngonge (unico sicuro), Traorè (vale la pena riscattarlo ed a che cifre?), Lindstrom e Raspadori costati 65 milioni complessivamente ma di difficile collocazione tattica, Cajuste e Natan, gli acquisti-flop di quest’annata, rispedire al mittente Dendonker, far partire oltre a Zielinski e Osimhen anche gente come Simeone, che vuole giocare, fare riflessioni su protagonisti dello scudetto avanti con gli anni come JJ, Rui e Politano ma anche su Olivera, e soprattutto Anguissa, pallida ombra di quello che fu nella gestione biennale di Spalletti. Capitolo a parte il tema portieri: il Napoli deve capire se riportare a casa a giocarsi il posto con Meret, a cui è stato allungato il contratto di un anno, l’emergente Caprile o lasciarlo ancora a maturare tenendo ancora Gollini come secondo. Insomma, una rifondazione vera e propria che passa per acquisti importanti e soprattutto per un tecnico maestro di campo che ridia un’identità alla squadra».


Manterresti Meluso o opteresti per un altro DS e, in quest’ultimo caso, su chi punteresti?«Questa domanda la prendo come una provocazione: Meluso nel Napoli conta meno di zero e non è un profilo da Napoli. Se resti o meno conta poco, non sarà certo lui l’uomo che affiancherà De Laurentiis nella ricostruzione del Napoli e che guiderà l’area tecnica. Non sta a me fare nomi: ci sono giovani bravi come Accardi, di cui si parla tanto, si fanno tanti nomi ma toccherà a De Laurentiis trovare l’uomo giusto che entri in sintonia con lui e che abbia un profilo alto e capace di dirigere l’area tecnica. Uno che sappia farsi rispettare da De Laurentiis e da tecnico e giocatori: non è facile da trovare e paradossalmente è più difficile da individuare dell’allenatore».

Che estate aspettarsi in casa Napoli, alla luce dei (possibili) mancati introiti Champions ma anche della cessione di Osimhen, che pure assicurerebbe alle casse azzurre una somma importante da poter reinvestire sul mercato?«Un’estate di passione, difficilissima. Un crocevia: dopo la devastante stagione attuale, sbagliare di nuovo può implicare un ridimensionamento del Napoli forse definitivo nell’epoca De Laurentiis. Ma io so che lui sa di aver sbagliato tutto. E poiché lo faccio uomo molto capace, ho fiducia che saprà tamponare le perdite dei mancati introiti europei e monetizzare bene Osimhen ed anche altre cessioni per una campagna acquisti molto importante con un tecnico di valore, che sia Antonio Conte o Vincenzo Italiano, i due nomi più gettonati».


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