calcionapoli1926 editoriali Un gol, una sentenza: la firma definitiva di una grande squadra

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Un gol, una sentenza: la firma definitiva di una grande squadra

Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 
La vittoria del Napoli lo consacra a grande squadra: in giro per l'Europa così le big danno un segnale al campionato

Un gol all'ultimo respiro di Anguissa che regala tre punti contro il Cagliari e manda un segnale al campionato: il Napoli mette la firma ed entra di diritto nel novero delle grandi squadre. Così le big europee mandano i segnali nei rispettivi campionati facendo capire che la partita non è mai finita e basta un episodio, un lampo, per assicurarsi i tre punti. E per il Napoli è andata esattamente così.

Un gol, una sentenza: la firma definitiva di una grande squadra

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Una partita dominata, soprattutto nella ripresa, quando il Cagliari è stato messo alle corde. I sardi sono stati coraggiosi e ordinati ma il Napoli ha sfoderato una delle sue migliori qualità: la calma. Gli azzurri non hanno perso la pazienza e hanno lavorato a soluzioni per provare a colpire. McTominay è stato il solito trascinatore ed è stato il più pericoloso in un primo tempo in cui si stavano trovando le misure. Ciò che è venuto fuori dopo i primi 45 minuti un po' soporiferi, è che il Napoli ha dato la continua impressione di poter segnare: un bombardamento e ha fatto specie leggere a un certo punto 10-0 nel computo degli angoli. Una statistica che spiega l'andamento della gara con un continuo crescendo della squadra di Conte.

Difatti, è così che vincono le partite le grandi squadre: un gol e via, contro le cosiddette piccole che si chiudono e cercano in tutti i modi di provocare un errore nell'ultimo passaggio. Il Cagliari ci era riuscito, poi due volte McTominay stava per spezzare l'incantesimo (una rovesciata non entrata per pochissimo che sarebbe stato un gol fotocopia a quello scudetto). Alla fine è arrivato quel piattone di Anguissa: un gol emblematico che racchiude tutta la forza del Napoli che ha dimostrato di essere come le grandi squadre. Il salto di qualità l'ha portato Conte col mercato, con la mentalità e con la grinta. Questa vittoria serviva per mandare un segnale alle altre: il Napoli c'è per lo scudetto e vuole dire la sua. Un segnale fortificato dall'assenza di Lukaku e da una squadra a cui mancano un paio di pedine (in arrivo Hojlund ed Elmas) per avere maggiori soluzioni proprio per sbloccare queste gare, tenendo conto anche la perdita di Neres a pochi minuti dal fischio d'inizio. Questa volta ci hanno pensato la voglia e la determinazione, dalle prossime dovrà pensarci anche Conte con i cambi. Forse un po' tardivi gli inserimenti di Lang e Ambrosino che hanno dato una scossa alla gara. Fatto sta che il Napoli ha meritato e nessuno può dire il contrario.

Conte ha sottolineato come sarebbe stato contento anche di un eventuale pareggio, ed è sicuramente lo spirito che il mister avrebbe premiato. Ora si comincerà a giocare ogni tre giorni e avere una rosa al completo è l'aspetto fondamentale: dopo la sosta, sfortuna a parte, Conte avrà tutti a disposizione eccezion fatta del lungodegente Lukaku. Ecco che si farà sul serio e non ci saranno più scuse: la maglia sudata sarà la richiesta dopo ogni partita, la stagione è lunga e i passi falsi ci saranno ma ciò che conterà sarà la mentalità. Lo scorso anno è stato fatto qualcosa di straordinario e in questa stagione ci sono i presupposti per ripetersi. Senza voler pensare per forza allo scudetto, c'è la Supercoppa Italiana, la Coppa Italia e la Champions dove si può fare un cammino importante che aiuterebbe nella crescita del progetto e dell'esperienza internazionale della squadra. Ecco, la gara col Cagliari ha gettato le basi per un anno ricco di soddisfazioni, vittorie come queste che negli ultimi anni erano il tallone d'Achille del Napoli da oggi diventeranno il suo punto di forza.


A cura di Giovanni Frezzetti

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