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Terra sarda… Terra amara!

editoriale di maurizio zaccone napoli
Nonostante il terzo allenatore all'interno della stessa stagione, l'atteggiamento della squadra non cambia
Redazione

Dopo un primo tempo poco decente, dove la terza difesa interna più battuta d'Italia aveva rischiato praticamente nulla contro un Napoli opaco e detentore di un triste primato (5 trasferte consecutive senza l'ombra di un gol, record condiviso con Cosenza e Maiorca e nessun altro in Europa), la ripresa non lasciava presagire sussulti particolari e invitava gli spettatori a munirsi di brocca di caffè per arrivare al 90esimo a palpebre alzate.

Terra sarda… Terra amara!

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Infatti, nonostante il terzo allenatore all'interno della stessa stagione (questa volta un allenatore vero, aggiornato, in servizio), l'atteggiamento della squadra è apparso più o meno lo stesso di sempre. Lenti, imprecisi, a tratti palesemente svogliati. Poi lo spot di Raspadori: se ci credi, puoi. La palla è di Augello, giocatore esperto e quasi sempre affidabile. Ma Raspadori lo attacca come un mastino. Augello appare sorpreso, fatica a liberarsi del pallone. Il rimpallo è favorevole all'azzurro che si invola sulla destra e raggiunge il fondo. Il cross è talmente preciso che Oshimen non potrebbe sbagliare neanche se volesse. Forse non la meritiamo, ma a quel punto ci sembra anche difficile che possa sfuggirci, la vittoria. Calzona toglie nuovamente Kvarashkelia, ancora una volta non brillantissimo. E non sembra il caso di fare polemica, soprattutto se pensi che in due partite stai portando 4 punti. Manna dal Cielo in questi periodi. Entrano anche Lindstrom, Ostigard, Politano e Simeone. Ecco: Politano e Simeone. Che hanno sul piede, prima uno e poi l'altro, la palla del raddoppio, la palla che darebbe un po' di ottimismo illusorio a questi tifosi sempre più bistrattati, che farebbe guardare alla classifica con sogni più utopistici che realizzabili. Ma Politano decide per un tocco d'esterno da campetto di periferia, il gollasso del giovedì sera a calcetto, perché rientrare sul sinistro e sfondare la porta con una seggiata pareva brutto.


Simeone invece arriva davanti a Scuffet e non vede nessun compagno, nessun avversario, nessuno in giro. Chiude gli occhi e scarica un tiro potente che coglie in pieno il portiere. Non c'è però tanta voglia di rammaricarsi o di imprecare. Il 90esimo è vicino. È da un po' che non si esulta, lontano dal Maradona. Poi accade l'imponderabile. O forse no. Forse era prevedibile, forse anche giusto. Rinvio di Dossena. Lento, centrale, senza alcuna pretesa o pericolosità. D'altronde in attacco c'è Luvumbo, non Kennet Anderson. E neanche Peter Crouch. E noi abbiamo Rrhamani, Juan Jesus, un lungagnone come Meret e pure Ostigard, entrato a dar man forte. Ma la palla non la prende nessuno dei nostri. Rimbalza, più volte, finché Luvumbo, che non ha il tempo di ringraziare e perdersi in convenevoli, la raccoglie e la mette alle spalle di Alex. I tifosi del Napoli non ci credono. E invece è tutto vero. Bravo Ranieri, bravo il Cagliari a crederci sempre. A credere che il Napoli, in questa stagione, è capace di tutto.

A cura di Maurizio Zaccone

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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