editoriali

(Tentato) assassinio allo stadio San Siro

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Come nei romanzi di Agatha Christie, a Milano c'era un cecchino pronto ad uccidere: ma questa volta è stato beccato subito (e l'omicidio è stato sventato)
Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 

La lunga serie di libri, e poi di film, di Agatha Christie ha preso vita a San Siro: l’assassinio del calcio (ai danni del Napoli) perpetrato dal signor Mariani che ha rovinato una partita con una gestione pessima dei cartellini e con un rigore totalmente inventato dato all’Inter. Ma il Napoli, ancora una volta, ha dimostrato di essere più forte di tutto questo.

(Tentato) assassinio allo stadio San Siro

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Il pareggio a San Siro è oro colato: siamo solo a novembre e il Napoli ha già disputato tre trasferte proibitive (Inter, Milan e Juve) strappando 5 punti. Questo è un segnale importante, di crescita dei singoli e del gruppo. Tutto merito di Conte che a fine gara ha giustamente dato sfogo a tutta la sua rabbia per quanto accaduto in campo. Il riferimento è all'arbitro Mariani e al VAR che hanno assegnato un rigore totalmente inventato all'Inter, punita dal karma con l'errore di Calhanoglu dal dischetto. Una vergogna, l'ennesima, un (tentato) omicidio ai danni del calcio e del Napoli. Incredibile che con il Var l'arbitro non venga anche lontanamente sfiorato dal dare un rigore del genere. Ma come nei gialli di Agatha Christie l'assassino viene sempre scovato. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta quel gol di Simeone al minuto 94, avrebbe fatto davvero male al sistema. Eppure, va bene così: prendiamo questo punto e ciò che c'è di buono nella prestazione e nella crescita della squadra.


Partiamo dalla difesa granitica che ha dimostrato che la sfida con l’Atalanta è stato un caso). Buongiorno e Rrahmani sono stati insuperabili, i due migliori in campo. Davanti avevano i due clienti più scomodi di tutta la Serie A, Lautaro e Thuram. Sono riusciti a limitarli entrambi e il Napoli ha preso gol solo su un tiro dalla distanza su cui (forse) Meret poteva fare qualcosina in più. Ma anche il portiere, troppo spesso vittima di pregiudizi, si è riscattato durante la gara con altri interventi. A centrocampo le cose funzionano e si è sopperito all'assenza di Lobotka che quando è entrato ha dimostrato che la squadra può girare in altro modo. In avanti gli esterni pungono e si sacrificano: Kvara e Politano sono preziosissimi nelle due fasi. Lukaku, anche lui troppo criticato, ha lottato lì davanti e ha tenuto palloni per far salire la squadra. Poi c'è Scott, un altro livello al di là del gol: lo scozzese vola sul campo, con e senza il pallone. 

Stiamo crescendo, stiamo migliorando in tutto e per tutto: siamo ancora quella squadra che subisce angherie ma stavolta lo scippo è stato sventato. Questo Napoli è in ricostruzione e ha l'obbligo di andare in Champions, non di certo di vincere lo scudetto. Ma se ci si trova lì in cima, bisogna provarci fino alla fine. Il calendario riserva ancora sfide difficili ma i precedenti fanno ben sperare. Mai più gare come quelle con l'Atalanta, più partite come quelle con Inter e Milan. La strada è tracciata, e neanche i cecchini col fischietto potranno fermarci.

A cura di Giovanni Frezzetti

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