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editoriali

Dalle estorsioni degli abusivi alle altre piaghe: i veri drammi del “Teatro Maradona”

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Stadio Maradona, tiene banco la questione degli striscioni e delle bandiere

Giovanni Ibello

Il Maradona è davvero diventato poco più di un teatro? E' difficile esprimere un parere compiuto sulla questione tifo perché i fenomeni sono complessi e vanno studiati dal di dentro. Il rischio di scrivere sciocchezze è molto alto e bisogna procedere con cautela. Si può pertanto esprimere un parere sommario, un parere che però sottenda una verità profonda: si può dire  - senza temere smentita - che i tifosi del Napoli hanno tutto il diritto di poter tifare come si tifa in qualsiasi altro stadio d'Europa. I tifosi del Napoli hanno i medesimi diritti degli altri supporter, come quello di seguire la propria squadra in trasferta. Va da sé che punire tutti per le nefandezze di pochi (com'è successo per i ben noti disordini in autogrill) è un repulisti che viola qualsiasi percezione di stato di diritto. Un'affermazione del genere non ammette controrepliche.

Il problema non sono gli striscioni o i tamburi, ma di come si vive l'esperienza stadio

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Ieri l'assessore allo Sport Emanuela Ferrante è intervenuta a Radio Napoli Centrale e sul tema restrizioni ha rilasciato dichiarazioni che fanno discutere: "Sia con la Questura che con la Prefettura interloquisco spesso, sicuramente in questo momento pensare di dover restringere la possibilità di festeggiare non fa piacere, ma dietro queste decisioni ci sono ragionamenti fondati".  Alziamo le mani, per carità... Ci sono motivi fondati. Ma forse è giusto entrare nel merito e capire meglio quello che evidentemente ignoriamo visto che il Napoli è un bene collettivo e parlare di "motivi fondati" non è sufficiente (perché ci stiamo giocando lo scudetto dopo 33 anni di attesa e scusate se è poco). Più in generale è giusto porre l'attenzione sull'esperienza stadio tout court. La piaga dei parcheggi, degli abusivi che non si accontentano più "dell'offerta a piacere" ma pretendono una vera e propria tassa (e non di modico valore), la sempiterna questione del trasporto pubblico poco efficiente... Per non parlare dei servizi offerti dal Maradona. Sono forse paragonabili a quelli offerti dalle altre big del vecchio continente? Questa è la cartina di tornasole di una città che vede nel club gestito da Aurelio De Laurentiis un'isola felice in un contesto di desolazione, privazione e, a tratti, anche di inciviltà. Hai voglia a dire il sole, il mare e il mandolino. Basta caz**te. Forse il problema non è tanto l'ingresso dei tamburi e degli striscioni allo stadio (o meglio, non solo quello), ma di come il tifoso medio vive l'esperienza dello stadio. Le istituzioni si concentrino su questo aspetto.

A cura di Giovanni Ibello

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