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editoriali

Serie A in pericolo senza Juve? Eppure è il Napoli che dà senso e appeal al calcio in Italia

Mattia Fele

Il Napoli di Spalletti gioca in Europa e le altre non lo sanno. Alcune reggono e propongono (il Sassuolo), altre si scansano o si sfaldano (la Juventus al Maradona). Questa squadra è il vero appiglio della Serie A del futuro medio-lungo periodo

Il Napoli ha stravinto a Sassuolo, nonostante si dica in giro nei salottini nazionali che i neroverdi avrebbero meritato di più. Nel calcio le partite le vince chi merita, al netto di qualche eccezione che però non può avere a che fare col Napoli e il suo cammino: una squadra che ha 62 punti dopo 23 partite e ha già 20 vittorie al 17 febbraio in campionato, con 5 vittorie su 6 in Champions e 76 gol in tutte le competizioni in 29 partite complessive ufficiali. Poi ci sono Osimhen e Kvaratskhelia, che in due stanno giocando un altro campionato ancora. Il georgiano ha 10 gol in A e il decimo è stato semplicemente stupendo. Spalletti lo ha definito una farfalla. La sua danza tecnica è un piacere per il calcio ed uno spot clamoroso per la Serie A. Altro che Juventus.

Karmatskhelia

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Il Napoli sembra star ripescando o riavendo indietro tutto ciò che non aveva potuto avere nelle annate precedenti. Una squadra che gira al massimo ritmo, in cui tutti si sentono coinvolti. Costruita bene, allenata bene, "impaginata" sul campo nello schema giusto. In più - va detto - mancano gli avversari, quelli temibili e più forti. Non c'è la Juventus di Allegri del 2018 e neanche il Milan dell'anno scorso, che pur si sarebbe potuto superare con qualche certezza in più e con uomini diversi. Magari meno spompati, meno sfibrati dall'ambiente. Tutti loro erano consapevoli che se non ci erano riusciti in quelle tante stagioni lottate, nessun altro avrebbe mai potuto. Invece era mera presunzione e va applaudito De Laurentiis (con Giuntoli subito al di sotto) per averlo capito. Spalletti in conferenza post-gara parla di una stagione straordinaria, che sarebbe stata tale anche con Koulibaly, Ruiz e altri partenti. Noi ne siamo convinti un po' meno, ma è il modo che il mister ha di valorizzare e dare peso al lavoro forte dell'anno scorso, passato come un ultimo posto. Anche per lui un merito che ritorna, dopo una vita nel calcio da eterno secondo. Con un georgiano in più: Karma-tskhelia.

A Sassuolo il Napoli ha dominato in lungo e in largo e non perché non abbia subito tiri in porta, ma proprio per il suo esatto contrario: se ha rischiato è perché ha giocato a calcio. Come si fa in Premier, come esige questo sport che in Europa si muove al triplo della velocità. Sui duelli, sui dettagli, sull'intenso. Non una gestione ma un'emozione di 90'. Una tensione a testa all'insù. Alla squadra di Dionisi il merito di iscriversi a questo circolo di squadre che vogliono giocare il pallone e rischiare di farsi male con i contrattacchi e i buchi in difesa. Non per niente è in posizione bassa in classifica pur avendo tutti questi calciatori tecnici (un po' come la Fiorentina, che vede Italiano riprendere molti concetti spallettiani in fase di possesso): è perché in Italia ancora speculano tutti per rosicchiare i punticini nell'oggi senza dare un progetto, lavandosene le mani di cosa sia diventato il calcio oggi e di cosa significhi veramente appeal o idea, o principio di gioco in campo. Poi si parla di Juventus e della sua eventuale mancanza nel nostro calcio, che genererebbe sicuramente un calo quanto a bacino d'utenza televisivo (mezza Italia e più è juventina) ma non così tanto da un punto di vista di campo nudo e crudo. È la Juve che pareggia con il Nantes, ciò di cui si ha bisogno? Allora non meritiamo il City. Né di competere con il Real Madrid.

Un elogio a Dionisi, bravo anche in conferenza stampa ad essere equilibrato nel giudizio e maturo nel riconoscere i propri meriti. Se l'è giocata, cosa che altre squadre neanche gli permettono arroccandosi e ripartendo. Così si spiega che una squadra come quella vista ieri al Mapei poi perda punti con Spezia ed Empoli. Il predominio del Napoli in classifica intanto si fa inquietante, mai visto, imponderabile. Specie per il Sud calcistico, che potrebbe rovesciare completamente la geografia (e la geopolitica) del calcio italiano. Il Napoli che mette nel sacco sul campo tutta Italia correndo verso il record assoluto di punti mai raggiunti (104 è la proiezione, 102 il record di Conte). Uno Scudetto non ancora cucito - occhio al calo dietro l'angolo, si veda l'Arsenal - ma per ora totalmente strappato di mano agli altri. Senza sudare. Giochicchiando. Splendendo. Già martedì a Francoforte si può continuare l'annata della storia con un passaggio ai Quarti di Finale mai arrivato a Napoli, dopo un sorteggio benevolo (eh sì: si pensi al fatto che le altre partite sono: Liverpool-Real, PSG-Bayern, Lipsia-City, Borussia-Chelsea) nonostante sia una partita di ovvia difficoltà - se nella comunicazione viene dichiarata difficile anche la Cremonese, vien da sé che l'Eintracht venga espresso come un'ombra minacciosa -. Quello che sta facendo il Napoli è far appassionare l'Italia al calcio vero. Cioè alle giocate. Cioè ai calciatori. Cioè a non vedere il campionato di Serie A come il solito bollettino quotidiano del meteo in cui si sa che il colonnello ripeterà le stesse parole. Un po' di vento al Nord, un po' di Sole al Sud, anticiclone in arrivo. Un po' di Inter e poi di Milan e poi di Juve. Qui è in arrivo la tempesta perfetta! Che tutti ne siano fieri e ne capiscano il valore vero.

 

A cura di Mattia Fele

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