editoriali

Scusa mamma se ho perso la voce ma è colpa del Napoli

(Getty Images)

Manita del Napoli in Serie A: dopo Venezia, Genoa, Juventus e Udinese, si aggiunge anche la Sampdoria di D'Aversa

Claudia Vivenzio

Dopo soltanto tre giorni dal 4-0 rifilato all'Udinese, il Napoli di Spalletti bissa a Genova e polverizza anche la Sampdoria di D'Aversa: Luciano è già nella storia del club partenopeo.

Scusa mamma se ho perso la voce ma è colpa del Napoli

 (Getty Images)

Cinque partite, cinque vittorie, 15 punti, 14 gol fatti, 2 subìti e primo posto in classifica: scusa mamma se ho perso la voce ma è colpa del Napoli. Una partenza così appare irreale. Eppure una serie di fatti, statistiche e numeri sembrano suggerire che Luciano stia costruendo, mattoncino dopo mattoncino, un Napoli dal destino forte:

  • Imbattibilità da 6 gare
  • Miglior difesa della Serie A (insieme al Milan) con soltanto 2 gol subìti
  • Primato in Serie A per percentuale di passaggi riusciti (89% escluso il match di ieri contro la Samp)
  • Record in Europa (condiviso soltanto col Chelsea di Tuchel) per numero di marcatori diversi: ben 10 calciatori per 14 gol (Rrahmani, Koulibaly, Fabian, Elmas, Zielinski, Insigne, Lozano, Politano, Petagna, Osimhen)
  • Partenza record (5 su 5): soltanto in altre due occasioni nella storia del Napoli era successo (1987/88 e 2017/2018)
  • Partenza senza eguali per Spalletti: nessuno prima d'ora era riuscito a fare 5/5 al suo esordio sulla panchina del Napoli
  • Un destino forte però passa solo attraverso un carattere altrettanto forte - questa una delle massime maggiormente celebri del mister. E il Napoli, storicamente, non ha mai avuto né l'uno né l'altro. Più precisamente, non avendo il secondo (il carattere), non è mai riuscito a costruirsi il primo (il destino). Qualcosa però porta a credere che il vento stia cambiando.

    Il primo squillo arriva contro il Venezia: espulsione di Osimhen e rigore sbagliato. D'improvviso però l'esultanza del capitano volta a sfoggiare i "cojones" ( - quanto è cresciuto Lorenzo! Risultano ormai lontani gli anni in cui era il 'musone' dal destro vellutato ma dal carattere "molle"). Stesso gesto poi, quello dei cojones, replicato da Petagnone nel ribaltone di Genova.

    Dopodiché l'atteso big match contro la Juventus. Partenza alla maniera Napoli: gol regalato (da Manolas) agli avversari. Una partita così sarebbe finita 2-0 per Allegri se il Napoli fosse stato il solito Napoli fragile e vittima, da sempre, di un complesso di inferiorità ancestrale nei riguardi della Vecchia Signora. A spezzare la maledizione però sono Matteo e il gigante nero: entrambi si iscrivono al tabellino degli uomini muniti di attributi. Il primo segnando un gol tutto cazzimma, il secondo facendo rivivere ai bianconeri i fantasmi del 2018.

    Tappa Leicester. Nella bolgia inglese, gli azzurri si disorientano ma Victor decide di risvegliare il suo Kraken interiore: Leicester 2 Osimhen 2.

    Dopo quattro giorni si scende a Udine, posticipo della quarta giornata. Un'intera Serie A è già pronta, sul divano di casa, ad assaporare la caduta degli uomini di Spalletti: "Troppo immaturi per inanellare un altro successo e volare al primo posto". I partenopei però rispondo sul campo: sono diversi, glaciali, cinici. La pressione non li tradisce e rifilano ad altri bianconeri un convincente poker. Dirà poi acutamente Gotti - motivando nel post partita la débâcle - che il Napoli di Luciano ha ormai aggiunto una caratteristica totalmente inedita rispetto al solito repertorio e al DNA storico della squadra: la profondità. Dall'analisi del mister friulano se ne deduce quindi che gli avversari non possono attendere i partenopei troppo bassi perché, prima o poi, con la qualità nel fraseggio e l'estro dei singoli, il pertugio giusto lo si trova. Al contempo però non è possibile aggredire gli azzurri troppo alti perché alla prima occasione buona viene innescato il Kraken 9 (anche Lozano all'occorrenza). Pare dunque che la scelta sia tra bere o affogare.

    Stesso spartito al Ferraris. La Sampdoria fa un ottimo primo tempo, pericolosa, aggressiva, Ospina si deve impegnare parecchio ma dopo i primi 45 minuti di gioco è 0-2. Nel secondo tempo i blucerchiati tentano sull'onda del primo ma arriva come una doccia fredda - in soli 9 minuti - lo 0-3 e 0-4 di Osimhen prima e Zielinski poi. Dopo il 3-5-2 di Gotti, Luciano imbavaglia e censura anche il 4-4-2 di D'Aversa. Le fasce, punto di forza del modulo e più in generale dei doriani (già in uso con Ranieri), vengono totalmente annichilite. Il mister, infatti, per contenere le due coppie Augello-Damsgaard e Bereszynski-Candreva, impone il "must" a Insigne e Lozano di difendere - costante il raddoppio in caso di possesso di uno dei quattro esterni avversari - ma anche di spingere sull'acceleratore: d'altronde la miglior difesa è l'attacco. Alla fine della gara il tabellino reciterà: Lorenzo assist 2, Hirving assist 2. Scacco matto di Luciano.

    E allora lo ripeto: scusa mamma se ho perso la voce ma questo Napoli è forte.

    Scusa mamma ma è tutta colpa di Luciano.

     

    © RIPRODUZIONE RISERVATA di Claudia Vivenzio